Inaugurazione Museo Ceramica di Palena Pasquale Di Mascio
Inaugurazione del Museo della Ceramica di Palena – Pasquale Di Mascio domenica 14 aprile 2024.
Domenica 14 aprile p.v. le porte del Castello Ducale “Sordello di Goito” di Palena apriranno per l’inaugurazione del “Museo della Ceramica di Palena – Pasquale Di Mascio”, realizzato dall’Associazione Culturale Palenese, col patrocinio del Comune di Palena.
Inaugurazione del Museo della Ceramica di Palena – Pasquale Di Mascio domenica 14 aprile 2024 – i dettagli
Così recita la locandina di presentazione:
“ Dai Masciarelli ai Pulsinelli. Una storia lunga 250 anni”.
Alla cerimonia parteciperanno:
- Claudio D’Emilio, Sindaco del Comune di Palena;
- Dr.ssa Marianna Como, Presidente dell’Associazione Culturale Palenese
- Franco G. Maria Battistella;
- Maestro Giuseppe Liberati;
- Aurelio Colozzi.
Una lodevole iniziativa che contribuirà allo sviluppo del turismo culturale locale.
L’Associazione Culturale Palenese ha voluto intitolare il Museo della Ceramica di Palena al Prof. Pasquale Di Mascio, compianto professore di scienze motorie, educatore delle più recenti generazioni, scomparso circa un anno fa.
Proprio lui ha proposto e seguito l’iter istituzionale e i lavori del nuovo museo, affiancando la costante e proficua opera di Vincenzo Santilli e Riccardo Como.
Questa importante iniziativa si aggiunge ai due musei già esistenti e cioè quello Geopaleontologico e quello dell’Orso già esistenti in paese.
L’arte della ceramica in Palena
L’arte della ceramica, le cui botteghe artigiali sono scomparse in Palena, ha origini antichissime. Per secoli ha infatti rappresentato una delle tante forme economiche del fiorente artigianato industriale locale.
La tradizione orale locale attribuisce la nascita dell’arte della ceramica e delle relative botteghe artigianali alle seguenti famiglie Como, Pulsinelli e Del Mastro. Tali dati sono confermati dallo storico Prof. Mario Como nel suo libro “Palena nel Corso dei Secoli.
Proprio quest’ultimo afferma la provenienza di questi artigiani favorita dal Re Ferdinando D’Aragona.
Una cosa risulta certa: i “nuovi operatori economici” trovarono le condizioni ambientali più favorevoli ed ideali per avviare tale attività:
- l’acqua del fiume Aventino;
- le pietre a base di cobalto, cadmio e ossido di zirconio per macinare e produrre la polvere per i diversi colori (il blu, il giallo e il verde) nei torrenti che confluivano nello stesso fiume;
- un’argilla la cui composizione chimica risultò molto adatta alla produzione degli articoli di ceramica (dalle stoviglie, alle migliori opere d’arte che ornavano i palazzi signorili dell’intera Provincia e del Regno delle Due Sicilie).
Lo sviluppo nel diciottesimo secolo
L’arte della ceramica in Palena ebbe un ulteriore sviluppo nel diciottesimo secolo con la famiglia di Giuseppe e Falco Carrozza che avviarono una fiorente attività che portò alla sua riconversione economica in una fornace per laterizi la cui attività durò fino all’immediato ultimo dopoguerra.
Successivamente seguirono i Di Carlo.
Molto note le diatribe e la lotta dei ceramisti locali contro la famiglia D’Aquino (conti di Palena) per l’abolizione dei diversi balzelli sulla derivazione delle acque per i mulinelli (servivano a macinare le pietre base dei diversi colori per la ceramica).
Troviamo il massimo sviluppo di questa attività in Palena nel diciannovesimo secolo, con tante famiglie locali che, con diverse dimensioni economiche per numero di collaboratori e dipendenti, producevano lavori che vendevano anche nelle fiere, dalle più piccole alle più grandi.
Parliamo delle famiglie Giuseppe di Vincenzo Mascetta (che successivamente trasformarono il proprio indirizzo industriale in produzione di colla forte), Crescenzo Chiaverini, Fiorangelo Di Falco, Emidio Di Tano, Giovanni Nicodemi.
Nella seconda metà del 1800 avviarono le loro attività anche Lucio Pulsinelli, Giuseppe e Panfilo Como, la famiglia Taraborelli, le famiglie D’Emilio, D’Eletto e i fratelli Nicola, Antonio e Alberico Paterra.
I ceramisti locali avevano il diritto di uso civico come “legnatico” nei diversi boschi di Palena (potevano, cioè “fare legna per la propria famiglia e per la fabbrica”) poiché i forni a legna erano uno dei primi elementi per la catena di produzione.
Le imprese artigianali locali dopo l’unità d’Italia
Le imprese artigianali locali, dopo l’unità d’Italia, subirono un calo di numero perché non riuscivano a competere con la forte concorrenza delle industrie del Nord. L’arte della ceramica riuscì però a sopravvivere grazie alla qualità e alla professionalità dei D’Emilio, dei Pulsinelli e dei Paterra.
Nel 1906 il Sindaco Vincenzo D’Onofrio istituì la scuola del lavoro in Palena, che diede larga importanza alla ceramica e al disegno, tanto che il 2 novembre 1921 promosse e fece svolgere in paese anche il primo convegno provinciale dei ceramisti.
Dopo la seconda guerra mondiale
Dopo la seconda guerra mondiale (che distrusse i laboratori di ceramica) le uniche famiglie che riavviarono l’attività di ceramisti furono i Pulsinelli, i Paterra e i D’Emilio.
Importante l’azione svolta da Manfredi Pulsinelli (Sindaco di Palena dal 29 dicembre 1962 al 25/01/1993) che da allora consigliere della Comunità Montana di Palena fece approvare dallo stesso Consiglio il 29 dicembre 1978 l’effettuazione del “Corso di Formazione per il Recupero dell’Arte Ceramica” .
La sua iniziativa ebbe seguito soltanto quando divenne Presidente dello stesso Ente e fece approvare una bozza di contratto triennale per i docenti del predetto corso che prese avvio il 4 settembre 1985 nell’attuale sede del Centro Aggregativo Anziani (con una spesa prevista di circa 45 milioni).
Con l’acquisto del forno elettrico e delle necessarie attrezzature, prese vita un’azione culturale ed economica che riscosse molto successo, anche con mostre alla fine degli “anni scolastici”.
Purtroppo Manfredi Pulsinelli terminò la sua attività di Presidente nel 1989 e i politici che seguirono non finanziarono ulteriormente la scuola di ceramica che chiuse la sua attività.
Ultimi ceramisti di Palena furono i fratelli Pulsinelli Mario, Remo e Antonio.
Intervista a Vincenzo Santilli
Abbiamo raggiunto Vincenzo Santilli, ideatore e “conduttore” di tutta l’operazione di avvio del Museo della Ceramica di Palena, al quale abbiamo chiesto quanto segue.
Come mai l’idea di questo Museo della ceramica palenese?
Sono partito nel 2018 come idea di lavoro perché sono appassionato di pittura e ceramica (dipingo anche). In precedenza abbiamo frequentato il corso di ceramica col CNR di Faenza, Regione Abruzzo e il Comune di Palena (l’idea è venuta negli anni dell’amministrazione comunale di Fernando Della Grotta). Poi ho tentato di far riaprire le botteghe di ceramica in Palena ma con esito negativo.
Nel 2017 – 2018 ho iniziato a lavorare partendo dalla ricerca storica, culturale e dei manufatti in ceramica di Palena. Ringrazio l’Associazione Culturale Palenese, Pasquale Di Mascio (a cui è intitolato il museo) e Riccardo Como in particolare.
Prima di partire con il tentativo di realizzazione di un museo della ceramica, sentii il parere del Sindaco Claudio D’Emilio che espresse il suo parere favorevole.
Poi ci fu la parentesi del covid-19 che ha interrotto tutte le nostre attività.
Dopo la pandemia ho ripreso con gli studi sulla storia delle famiglie dei ceramisti di Palena (D’Emilio, Paterra, Pulsinelli ecc.) e in più le interviste fatte ai viventi, con una base abbastanza completa. Ovviamente in futuro farò ulteriori ricerche, ampliando le conoscenze attuali.
La ceramica è molto più antica del 1752 (come indicato nel Catasto Onciario), poiché il territorio dispone di tutti i migliori elementi tecnici, compresi gli alberi, la sabbia e l’argilla (che era la migliore della zona). Inoltre nella zona di Capofiume ancora oggi esistono i resti della fornace Hoffmann.
Infatti nel 1800 venivano anche da Castelli con i carretti a prendere l’argilla nelle nostre cave.
Chi ha collaborato alla raccolta del materiale?
In primis l’Associazione Culturale. Ci sono state poi tante donazioni che sono pervenute da Palena, Colledimacine e altri paesi. Anche il Comune e il Sindaco ci sono stati molto vicini (abbiamo rifatto anche l’impianto elettrico delle sale in cui le ceramiche sono esposte).
La raccolta è stata curata principalmente da me, venivo chiamato e analizzavo gli elementi tecnici di Palena. Molti pezzi infatti non erano nemmeno firmati. Un impegno molto grande collegato anche al conseguente restauro dei pezzi rotti che io stesso ho curato, ricostruendo con fatica opere artigianali di grande pregio. Sono stati mesi di duro lavoro, svolto anche di notte. Riccardo Como mi è stato sempre vicino lavorando in sinergia. Mi ha dato davvero una grandissima mano.
Da chi verrà gestito?
Il museo sarà curato da Pallenium, attuale gestore del Castello, ma vedremo come fare il relativo calendario. Per adesso stanno aprendo il sabato e la domenica (mattina e pomeriggio).
Programmi futuri (se ci sono già)?
Per il momento credo che mi riposerò. Intanto continuano ad arrivare le ceramiche antiche che esporremo al museo. Ringrazio la gente che ha risposto alla nostra iniziativa, mi auguro che ci saranno successive donazioni e di comprare anche tramite il Comune altre opere. Il nostro principale obiettivo è quello di recuperare e salvaguardare la cultura e le tradizioni locali, per consegnarle come testimonianza storica alle future generazioni.
Foto per gentile concessione di Vincenzo Santilli
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