Squilibri 2025: intervista a Valerio Aprea
Squilibri 2025: intervista a Valerio Aprea, attore che si divide fra cinema, teatro e televisione. Sicuramente lo avrete visto in film quali “Nessuno mi può giudicare” e nei tre capitoli della saga “Smetto quando voglio”. Lo abbiamo incontrato a Francavilla al Mare, prima dello spettacolo teatrale “Gola e altri pezzi brevi”, breve monologo teatrale a firma di Mattia Torre.
Squilibri 2025: intervista a Valerio Aprea, attore che sicuramente avrete visto in film quali “Nessuno mi può giudicare” e nei tre capitoli della saga “Smetto quando voglio”
Benvenuto a Francavilla al Mare. Posso chiederle quali sono i suoi rapporti con l’Abruzzo?
Sono stato in Abruzzo in numerose occasioni e per motivi vari. Per quanto concerne il teatro, la prima volta che recitai fu, credo, a L’Aquila allo Stabile, nel ’99, era “Il Dramma della Gelosia”, con la regia di Gigi Proietti, era la versione teatrale del film di Ettore Scola. Poi ho fatto altre tournée; da solista ero già stato Francavilla due estati fa. Ieri ho fatto una data a L’Aquila.
Oggi lei porterà in scena alcuni monologhi del compianto Mattia Torre. Possiamo affermare che oramai sono i suoi cavalli di battaglia: le va di accennare al suo rapporto con questo autore?
Possiamo affermare che questo è un repertorio che ho la fortuna di fare da anni, perché ho avuto l’onore di incontrare Mattia e di averlo come amico e come autore. È stato un rapporto fondamentale della mia vita.
Nella sua carriera lei ha navigato disinvoltamente tra teatro, cinema e tivù, c’è un mezzo tra i tre che ritiene più vicino alle sue caratteristiche?
Sì. Indubbiamente quello del teatro, nella forma dell’assolo, e quindi monologo, reading, stand up, che sia insomma l’assolo teatrale.
Quale ritiene ad oggi il lavoro nell’ambito della sua carriera a cui tiene maggiormente?
Tengo a tutti indistintamente, ognuno per un motivo diverso. Ho avuto la fortuna e poi l’accortezza di scegliere di fare determinate cose, per cui, una volta che le scelgo, sono tutte di un livello analogo. Quindi è difficile per me dire: “meglio quello o quell’altro”.
In ogni attore c’è sempre un elemento scaturente la propria scelta di essere tale. Qual è stato il suo?
Scelta, fatta da ragazzo, di iscrivermi a una scuola di recitazione: quella è stata una scelta dettata dall’istinto e dalla curiosità. Successivamente, la consapevolezza di poter dire: “Sì, posso fare l’attore con diritto di farlo”, quella è arrivata dopo tanti anni.
Per lei, cosa sono il teatro e l’arte recitativa? E che funzione hanno?
Secondo me la funzione è quella di specchiarsi: parlare la lingua della verità. Il teatro con la “T” maiuscola deve avere come caratteristica quella di non potersi nascondere dietro a niente, di non potere avere nessuna sovrastruttura. Il teatro, quello con la “T” maiuscola è autenticità pura, di contenuti, in primis, e anche di forma, ma soprattutto di contenuti. A Teatro si parla senza fingimenti, senza finzione.
Penultima domanda: torniamo all’autore di stasera, Mattia Torre. Le sue opere mostrano, secondo me, spesso una tensione che lambisce il delirio, ma invece sono ben saldamente ancorate alla realtà. C’è, secondo lei, ancora spazio per questo tipo di linguaggio, in un’era in cui non siamo più sorpresi da atteggiamenti che superano ormai la più ardita fantasia?
Sì, c’è sempre questo spazio, ma dipende da chi lo partorisce. Sta a chi si propone come autore di riuscire ancora a cavalcare un linguaggio del genere, cioè a utilizzare un meccanismo di questo tipo: del paradossale e dell’assurdo, fatto passare come reale.
Il linguaggio che usa Mattia Torre, in effetti, lambisce il surreale, ma è estremamente verosimile e concreto.
Sì, sì, è una sua caratteristica. Riesce a rendere verosimile una situazione che è apparentemente assurda, ma dietro quell’assurdo trova un modo per dire la verità e descrivere la realtà, che ormai è diventata una competitor di queste situazioni teatrali. Ritengo però che si possa sempre puntare a questo tipo di meccanismo narrativo e di scrittura.
Per concludere, e se vuole dircelo, ha qualche progetto nuovo in cantiere che vuole rivelare?
Non rivelerò nulla. Posso solo dire che sto in tournée per l’Italia con questi testi di Mattia Torre e anche con lo spettacolo sui testi scritti con Makkox, di Propaganda Live, che si chiama “Lapocalisse”. Per adesso mi divido tra questi due spettacoli.
Io la ringrazio molto.
Grazie a lei.
Si ringrazia infine per la gentile collaborazione Costantino Di Bartolomeo
La foto nell’articolo è di Alessandra Rita Romano © Diritto esclusivo sulla foto dell’autrice
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