Data / Ora
Date(s) - 03/12/2024 - 04/12/2024
9:00 pm - 7:00 pm
Luogo
Teatro Circus
Categorie
La Ciociara di Alberto Moravia presso il Teatro Circus a Pescara 3 e 4 dicembre 2024.
adattamento teatrale di Annibale Ruccello
con Caterina Costantini e Lorenza Guerrieri
Regia di Aldo Reggiani
“La Ciociara” è forse uno degli spettacoli più cari a Caterina Costantini, mastodontica interprete che veste i panni della protagonista Cesira. Ruolo affidato a Sophia Loren nella pellicola del 1960 di Vittorio De Sica. Ad affiancare questa grande artista sul palco è un’altra grande interprete, Lorenza Guerrieri. Mentre per la prima volta in scena nella parte di Rosetta troviamo Flavia De Stefano che ne incarna tutta l’innocenza della fanciullezza.
“La Ciociara” è la rappresentazione più realistica e, mai come oggi, più attuale del tempo contemporaneo. Al centro c’è la guerra, i disordini politici e sociali dei bombardamenti, lo sbarco delle truppe alleate, i nemici, gli opportunismi, la resistenza. E ancora la lotta per la pace e per la conservazione dell’umanità e di quel che resta. Tutto è incerto, nessun futuro all’orizzonte. Solo speranze e un po’ dei bisogni necessari per vivere. È questa l’atmosfera che si respira seguendo le vicissitudini di Cesira e di sua figlia Rosetta. La prima è una contadina analfabeta che gestisce un negozio di alimentari nel quartiere Trastevere a Roma.
La seconda la ritroviamo anni dopo cambiata, più matura e più coscienziosa di quel che accade nel mondo che la circonda. Sì perché questa “Ciociara” inizia con un “dopo” la fine, come se lo spettacolo iniziasse al contrario. Una sorta di prologo che dà avvio alla storia vera e propria con la fuga di madre e figlia che scappano da Roma a causa dei bombardamenti. Per giungere infine a Fondi e trovare riparo in casa di Concetta. Ma, si sa, quando c’è di mezzo la guerra qualsiasi posto non è mai sicuro. Persino la stessa Concetta per salvare i propri figli dalla fucilazione per aver disertato il partito non esiterà a dare in pasto la dodicenne Rosetta al soldato tedesco. Non sarà questo l’avvenimento spiacevole, o almeno non l’unico, a cui madre e figlia dovranno sottostare. Quanto lo stupro che avviene per opera di alcuni marocchini durante il ritorno a Roma che cambierà profondamente l’animo della ragazza.
L’adattamento teatrale di Annibale Ruccello per la regia di Aldo Reggiani non si discosta molto dalla pellicola. La differenza sta nell’aver saputo rendere molto più riflessivo e mesto lo spirito dell’opera. Gli attori si susseguono sul palcoscenico in una scenografia fatta di buio e di ombre. Ma ciò che salta all’occhio dello spettatore non sono le loro figure ma quel che raccontano i loro personaggi con le loro disavventure, gli stati d’animo e le illusioni. È un testo triste che narra di solitudini, di povertà, di gente che si vede piovere addosso l’avvenimento più nefasto nelle proprie case: la guerra. Difficile non fare un paragone con quanto sta accadendo in questi ultimi mesi in Palestina e in territorio ucraino. E non volgere un pensiero all’orrore vissuto da queste popolazioni toccate dall’odio e dalla brama di potere della politica. La seconda guerra mondiale, periodo in cui è ambientata “La Ciociara“, sembra qualcosa di molto lontano nel 2023. Invece anche a teatro scopriamo che questi episodi di odio e di violenza sono sempre dietro l’angolo pronti a esplodere. In questa storia non c’è riscatto, niente volge a un lieto fine. Anche se il finale (l’abbraccio di Cesira con Rosetta) lascia sperare che il buono resta sempre buono nonostante il male, nonostante tutto. Perché quello che conta veramente resta. Sempre.
Note di Regia
La Ciociara, un romanzo, un film: la madre, la figlia, lo stupro… Tutto questo è diventato memoria collettiva. Riproporre oggi La Ciociara in teatro per me significa ripercorrere la memoria di un incubo. Che al risveglio lascia l’amaro in bocca, un senso di solitudine; lo spettacolo inizia con un “Dopo”. Dopo, quando l’acutezza delle sensazioni che si provano durante l’emergenza finisce e la piccola vita tutti i giorni frantuma l’esistenza in mille piccole fastidi, chi ha come Cesira vissuto un ritorno alle origini solide e contadine della propria cultura, non potrà più adattarsi e sarà condannata alla solitudine. Ecco allora affastellarsi nella mente i ricordi, le persone, gli episodi di un’odissea che culmina con l’episodio dello stupro della figlia Rosetta. Ma non c’è riscatto; mancano gli strumenti culturali per andare oltre il groppo in gola, oltre il fatalismo: “Tutta colpa della guerra”. Michele il giovane intellettuale, può spendere inutilmente il suo fiato; piccolo Pasolini ciociaro, per farci comprendere la parabola di Lazzaro, gli risponderà l’italietta che canta “Stessa spiaggia stesso mare”.
Aldo Reggiani e Caterina Costantini
3 dicembre h 21:00
4 dicembre h 17:00
Non mancate!
Fonte: sito ufficiale della Società del Teatro e della Musica “L. Barbara”
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