La transumanza un grande interscambio
La transumanza un grande interscambio tra l’Abruzzo e la Puglia.
Quando si parla di transumanza, è d’obbligo pensare e riportare l’antica poesia “Pastori” del sommo vate abruzzese Gabriele D’Annunzio:
“Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti”.
Ne cito solo la prima parte poiché la poesia è ben nota
Al di là di ogni commento letterario sulla poesia di Gabriele D’Annunzio, la transumanza, prima di essere un fenomeno economico lo è anche culturale.
La transumanza un grande interscambio tra l’Abruzzo e la Puglia
Un evento che si perde nella notte dei tempi ed è caratterizzato da un grande interscambio economico e culturale fra l’Abruzzo e la Puglia.
A settembre, una marea di pecore, accompagnata da pastori e garzoni, abbandonavano i pascoli montani per recarsi in zone climaticamente più calde che permettevano al bestiame di brucare l’erba e produrre latte, formaggio e lana abbondante. Attraversavano larghissimi sentieri a loro riservati, chiamati tratturi (erano le autostrade dell’epoca) scavalcando monti e colline.
L’esistenza dei tratturi incuriosì nell’ultimo conflitto mondiale finanche gli aerei di esplorazione degli americani. Questi, fotografandoli, si chiedevano a cosa fossero destinati e se erano postazioni belliche.
La transumanza un grande interscambio tra l’Abruzzo e la Puglia – Le “poste”
Nel loro lento e lungo andare i pastori si fermavano nelle cosiddette “poste”, spesso caratterizzate da terreni contigui a chiese e conventi. Erano tappe obbligate, poiché una pecora, in un giorno, riesce a percorrere al massimo dodici chilometri, secondo antiche usanze.
Nel loro andare i pastori costruivano recinti posticci, sfruttavano grotte. Per difendersi dall’attacco dei lupi, inoltre, si servivano dei loro fedeli cani pastore, il cui collo era protetto da collari di ferro con chiodi aguzzi per protezione dagli attacchi.
Raggiungevano le cosiddette “poste”, nel tavoliere della Puglie, secondo precise regole e legislazioni che si sono succedute nel tempo, pagando le dovute tasse.
Le scorte alimentari
I pastori portavano il loro tascapane ripieno di prodotti casarecci, mangiavano il formaggio e bevevano il latte, accompagnato dai salumi casarecci mentre ai cani del gregge era riservato il siero.
Parlare della transumanza è un argomento molto lungo, tanti gli autori che hanno trattato il fenomeno.
Il Prof. Romeo Como
Il più recente è stato il Prof. Romeo Como, che vive a Foggia, ma è originario di Palena, il quale è anche Componente di Storia Patria per la Regione Puglia. Numerosi i suoi scritti, libri e conferenze sull’argomento (che gli hanno valso tanti riconoscimenti culturali a livello internazionale). Ricordiamo fra questi “Dagli erbaggi ai pannilana. Palena e la mena delle pecore” e un altro lavoro “Quando al calar che fanno …La mena delle pecore nel periodo della prima professazione 1553 – 1615”. Le sue opere, sono da ritenere senz’altro fra i più grandi studi effettuati in materia di transumanza. Essi sono infatti completi di dati, numeri, statistiche ed esami dei fenomeni socio-economici in materia.
Disegno di Cristian Como (10 anni)
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