Bucchianico: torna la Festa dei Banderesi 2023
Bucchianico: torna la Festa dei Banderesi 2023.
La città di Bucchianico è in grande fermento: come ogni anno e da secoli si rinnova la “Festa dei Banderesi” che richiama curiosi e turisti da ogni parte del mondo.
Infatti l’evento ha il Patrocinio della Commissione Nazionale dell’Unesco, nonché quello del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. A suo tempo, ha avuto inoltre l’onore di ottenere l’adesione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Bucchianico: torna la Festa dei Banderesi 2023 – il programma
Questi i giorni di festa:
domenica 21 maggio: Le Some di Sant’Urbano – Sfilata di canestri e carri.
24 – 25 -26 maggio: Festa Storica.
I festeggiamenti hanno caratteristiche storiche, sacre, profane, antropologiche, folkloristiche, spettacolari toccando aspetti che riguardano il vivere quotidiano.
Ringraziamo l’Assessore del Comune di Bucchianico, Gianni Di Prinzio, che ha fornito numerose notizie ed elementi storici al nostro giornale sulla manifestazione dei “Banderesi di Bucchianico”.
L’origine della manifestazione
L’avvenimento riguarda un episodio storico dovuto alle continue liti (e battaglie) fra le comunità rivali di Bucchianico e Chieti.
La leggenda, tramandata in via orale accanto ai focolari domestici, narra che proprio i bucchianichesi dovevano respingere l’attacco delle numerose truppe teatine che si avvicinavano minacciosamente alla loro città.
I bucchianichesi avevano intenzione di arrendersi alla superiorità militare di Chieti.
A loro aiuto accorsero gli abitanti delle numerose contrade, “ville” e case sparse del contado che, caricando sopra i loro carri ogni ben di Dio idoneo alla sopravvivenza portarono anche a spalla o in testa i prodotti della terra all’interno delle mura della città.
Il Protettore della Città, Sant’Urbano, apparve in sogno al “Sergentiere” (comandante delle truppe locali) suggerendogli di portare più uomini armati possibili sugli spalti a farli marciare secondo passi prestabiliti: una specie di danza chiamata “la ciammaichella”.
Percorrere cioè le mura a forma di serpentina incrociata, secondo un antico rituale (che si rinnova ogni anno nella manifestazione) in maniera tale da dare l’idea di avere a disposizione un enorme numero di armati.
L’indomani l’espediente sortì l’effetto previsto. Le truppe teatine credettero di avere a che fare con un eccessivo numero di soldati avversari. Non ritenendoli quindi alla loro portata, si ritirarono rompendo l’assedio e lasciando libero Bucchianico.
Qualche informazione in più
Da allora i bucchianichesi accrebbero la loro grande fede per Sant’Urbano, evocando ogni anno l’avvenimento con grandi festeggiamenti, risalenti addirittura al 1280.
Nel verbale di canonizzazione di San Camillo De Lellis del 25 maggio 1550 si parla dell’evento.
Durante l’intero anno le donne preparano variopinti fiori di carta anche di grandi dimensioni che serviranno ad adornare i cesti, i carri, i cappelli ecc.(se ne consumano quintali): un’arte tramandata di generazione in generazione.
Domenica 21 maggio un immenso corteo (è proprio il caso di dirlo) parte dalle contrade limitrofe al centro storico, dirigendosi verso il Municipio e la contigua piazza di Bucchianico.
Una coreografia unica nel suo genere, caratterizzata da antichi carri agricoli (barrocci), interi nuclei di famiglie, bambini, giovani, uomini e donne di ogni età con canestri, vestiti in atavici costumi variopinti, i fiori di carta, cavalli, cavalieri tutti adornati a festa con nastri, fiori e ogni arredo possibile.
Altra attrazione gli sbandieratori che con le loro acrobazie e figure suscitano grande ammirazione.
Il corteo
Apre il corteo (che si forma nei pressi del campo sportivo) “Lu Pallute”, un toro bianco allevato dal banderese in carica adornato di fiocchi e fiori rossi.
L’animale sarà ammazzato e le sue carni finiranno nelle successive libagioni pubbliche che si svolgono al piano terra della sede municipale.
Al toro segue il “banderese” in carica (con le tipiche fasce rosse e azzurra) che apre il corteo storico, accompagnato anche dalle musiche popolari con strumenti abruzzesi (du botte, fisarmoniche ecc.).
La nomina del banderese avviene con sorteggio fra quanti avanzano la propria candidatura.
Il banderese dura in carica per un anno, durante il quale organizza balli e feste nella propria abitazione e cura l’organizzazione della manifestazione successiva.
Due donne con canestri pieni di uova (simboleggiano la fertilità) precedono la lunga e doppia fila di donne in costume (vulgo “pacchianelle”).
Quattro i carri principali della sfilata, ognuno con un proprio simbolismo da collegare all’evento storico sopra riportato:
- Il pane che reca anche il quadro di Sant’Urbano;
- Il letto domestico;
- Il vino;
- La legna per il focolare.
Naturalmente seguono tanti altri carri (barrocci) sempre addobbati e carichi di intere famiglie ed amici.
Il “sergentiere” e i suoi soldati
All’inizio del centro storico il corteo si unisce al “sergentiere” ed ai suoi soldati ed entrano in paese sempre al grido di “Viva Sant’Urbano”, raggiungono la cattedrale e poi nella contigua piazza principale eseguono la famosa danza della “ciammaichella”, sicuramente unica nel suo genere.
Banchetti e musica con organetti e fisarmoniche accompagnano la festa fra saltarelle e altri balli abruzzesi per otto giorni.
Naturalmente il popolo partecipa alle relative cerimonie religiose con profonda devozione, poiché vedono in San’Urbano e San Camillo De Lellis i loro principali protettori.
Aggiornamento: evento rimandato a data da destinarsi
Aggiornamento: trovate la locandina con le nuove date dell’evento (tratta dalla pagina facebook del Comune di Bucchianico) qui sotto
Foto tratta dalla pagina facebook del Comune di Bucchianico
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