Intervista a Guido De Angelis dei leggendari Oliver Onions

Intervista a Guido De Angelis dei leggendari Oliver Onions

Intervista a Guido De Angelis dei leggendari Oliver Onions, che hanno composto oltre 140 colonne sonore. Il loro nome è legato indissolubilmente a Bud Spencer e Terence Hill, ma tante sono state le collaborazioni prestigiose durante la loro lunga carriera. Al Teatro del Mare di Montesilvano stasera alle 21.30 una tappa del tour con il nuovo spettacolo accompagnati dal favoloso ensemble vocale degli ANIMEniacs Corp. .

Intervista a Guido De Angelis dei leggendari Oliver Onions che si esibiranno questa sera a Montesilvano al Teatro del Mare

Partiamo parlando del concerto. Cosa si deve aspettare il pubblico?

“Tutti o quasi i nostri grandi successi. Durerà un’ora e tre quarti circa. Non ci tiriamo quindi indietro. Faremo tutti i brani che i nostri fan conoscono in pratica: sarà un bell’incontro”.

 

Avete previsto anche degli arrangiamenti particolari per qualche canzone, qualcosa di speciale?

“Con noi abbiamo un coro di dieci elementi, sei donne e quattro uomini. Abbiamo creato degli arrangiamenti vocali anche per loro, sono fortissimi, è una cosa veramente nuova. Siamo sicuri che piacerà molto, abbiamo fatto già dei concerti così e la gente è rimasta entusiasta”.

 

Ci parli della vostra popolarità all’estero (un caso più unico che raro, trattandosi di colonne sonore)…

“Noi abbiamo cominciato con la colonna sonora di “Per grazia ricevuta” di Nino Manfredi nel 1971. Dopodiché siamo andati avanti con quasi tutti i film di Bud Spencer e Terence Hill (il 90% li abbiamo fatti noi).  Questi vanno ancora oggi molto all’estero (in Germania, Spagna e in tutta Europa, oltre che in Sudamerica). Poi abbiamo venduto milioni di dischi in tutto il mondo. Siamo stati chiamati ad esibirci in televisione a Parigi, Londra, Madrid, Berlino…  Le nostre colonne sonore sono entrate nell’immaginario collettivo della gente. Tutt’ora questi  brani  sono nel loro cuore e nella loro mente.

Siamo contenti perché siamo stati dappertutto, continuiamo a proporle ai nostri fan, che sanno più cose di quante ne sappiamo noi. E’ un percorso che abbiamo fatto e  continuiamo a fare. Fra due settimane abbiamo due grandi concerti in Ungheria e in Germania. In quest’ultima nazione per esempio c’è un villaggio western, di circa venti ettari di parco, con tanto di saloon. Noi andremo lì il 7 settembre, ci saranno 15/20000 persone. La cosa particolare è che tutti quelli che entrano lì, uomini e donne, saranno tutti vestiti in modo western. Sarà una bella kermesse, l’abbiamo fatta già tre volte. Lì vediamo circolare anche quattro  o cinque Dune Buggy tipo quella rossa con la cappottina gialla del film “Altrimenti ci arrabbiamo”. È un appuntamento molto bello, che facciamo da anni”.

 

Parlateci del vostro legame con Bud Spencer e Terence Hill…

“Il nostro legame è nato da “Continuavano a chiamarlo Trinità”, il primo film che abbiamo fatto con loro. Poi sono venuti tutti gli altri. Il rapporto è sempre andato al di là del fatto che noi facevamo le colonne sonore dei loro film. Tante volte abbiamo ascoltato i brani, che poi incidevamo, tra noi quattro. Se ci piacevano andavamo avanti, perché erano una cosa che ci sentivamo tutti dentro. Si andava al di là del lavorativo, ci siamo visti molte volte con loro in Italia e all’estero.

Io ho seguito personalmente tutto “Altrimenti ci arrabbiamo” in Spagna. Al coro che si vede durante il film gli facevo fare “lallallallalalla”. Puoi immaginare quanto fosse felice la loro direttrice (solitamente facevano Bach e Beethoven). Non mi amava, mi odiava! Mi ricordo che camminava avanti e dietro durante le prove. Io ero seduto con Bud e Terence. Il primo  mi dice: “Guido ma la vedi come ti guarda, sai che ti odia?  Ti do un consiglio perché ti voglio bene: se ti offre un caffè non prendertelo!”.  Io gli rispondo: “e tu che fai “bobobobo” te lo prederesti il caffè offerto da lei?”. Lui ovviamente ha ribattuto: “Neanch’io!”. Di aneddoti con Bud e Terence ne potremmo raccontare a centinaia”.

 

Quali sono le colonne sonore che preferite e perché?

“Ne abbiamo  scritte circa 140 di tutti i tipi. A parte tutti quelli di Bud e Terence, quella di “Piedone lo sbirro” che per noi è un pezzo di cuore, direi “Verde”, sigla di “Quaranta giorni di libertà” (miniserie della Rai) e successo mondiale. Abbiamo poi scritto brani anche per altri, ad esempio per Agnetha degli Abba (“Stand by my side”) e Jane Birkin, quella di “Je t’aime… moi non plus”.

Un giorno eravamo in studio e a un certo punto ci è venuta fuori una melodia. Abbiamo subito pensato a come l’avrebbe fatta bene lei. Andavamo in Germania una settimana sì e una no perché i nostri dischi andavano tutti al numero uno. Chiamiamo il presidente della Deutsche Grammophon e lui la contatta. Dopo due giorni ci chiama Jane Birkin mentre eravamo in studio. Ci dice che sapeva che avevamo fatto un brano bello e che lo voleva cantare. Il giorno dopo si presenta all’aeroporto, l’andiamo a prendere, andiamo in studio, le facciamo sentire la canzone, però mancavano le parole. Lei chiama così Serge Gainsbourg, il suo ex marito, le fa ascoltare il tutto e le dà un solo giorno di tempo per il testo che viene poi inviato. Nasce così “Quoi”. Dopo tre mesi ci richiama Jane e ci dice che eravamo primi in Francia.

Il più grande successo di Jane Birkin a parte “Je t’aime… moi non plus”

A parte “Je t’aime… moi non plus” è stato il suo più grande successo. Anche oggi non c’è giorno che le radio francesi non la trasmettano, è quasi un inno nazionale. E’ stata una bellissima esperienza. Un anno fa circa l’abbiamo chiamata dicendole che avevamo fatto un altro brano. Lei subito ci ha detto che poteva essere una bella idea, però la sentivo debole. Evidentemente era già malata. Dopo qualche mese è morta, un grande dolore, perché è stata una grande artista, dolcissima. Siamo molto orgogliosi di aver lavorato con lei e di tante altre cose successe in giro per il mondo”.

 

Qual è invece il vostro rapporto con l’Abruzzo?

“L’Abruzzo è una delle regioni più vicine al Lazio. Conosciamo molta gente, abbiamo tanti fan, abbiamo anche qualche parente che verranno tutti a Montesilvano. E’ una regione che è sempre stata molto vicina a noi. Amiamo inoltre molto la campagna, non potrei mai vivere in una città, perché amo il verde. L’Abruzzo è una grande terra”.

 

Progetti futuri?

“Abbiamo una serie di concerti da fare in tutta Europa e andremo per ringraziare i nostri fan che ci hanno amato e ci amano da sempre. L’amore che ci danno quando cantano insieme a noi è il più bel regalo che possiamo avere. Ogni volta che li incontriamo ci sembrano tutti nostri figli. Siamo felici di questo ovviamente. Speriamo che a Montesilvano sia una bella serata!”.

 

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