Intervista agli Effemme: Colpevoli è il titolo del nuovo album
Intervista agli Effemme: Colpevoli è il titolo del nuovo album disponibile già dal 17 gennaio su tutte le piattaforme digitali e in uscita in questo mese in formato fisico. Dietro il monicker Effemme ci sono Francesco Fry Moneti dei Modena City Ramblers e Michele Mud, cantante nel Progetto Banda Rulli Frulli. Di seguito la nostra intervista al duo.
Intervista agli Effemme: Colpevoli è il titolo del nuovo album in cui ci sono anche collaborazioni con artisti quali Il Cile, Davide “Dudu” Morandi e Tommaso Cerasuolo
Si può dire che la vostra musica guarda più all’estero?
Ciao a tutti! Allora… Sicuramente artisti come Damien Rice, The Lumineers e una sorta di nuovo cantautorato folk inglese, scozzese e americano ci hanno molto ispirato ma abbiamo nel dna del duo “scorie” di tanta musica italiana, da Ivan Graziani a Bennato e tantissimi altri.
Ascoltando il disco emerge un’alternanza nel “primeggiare”… Viene quindi spontaneo chiedersi : avete un metodo compositivo “standard” oppure cercate di volta in volta idee diverse?
C’è molta sinergia tra i due, tieni conto che è un progetto che ha debuttato live e solo in un secondo momento in studio. Quindi, nei numerosi viaggi in auto, treno o aereo abbiamo avuto spesso occasioni per confrontarci e diciamo che l’uno va spesso ad aiutare l’altro, musicalmente parlando.
Perché avete intitolato il singolo e l’album “Colpevoli”? A chi è rivolto tale appellativo?
Il titolo e’una sorta di iperbole ironica. I “colpevoli” oggi, ahinoi, sembrano tutti quelli che sognano e lottano per un mondo diverso e cercano di non farsi cannibalizzare dalla frenesia del mondo odierno.
Com’è nata la collaborazione con Il Cile?
Il Cile, aretino come me, è un artista che collabora con Anthyll Booking, esattamente come noi. Davide Motta di Anhtyll, che è anche la persona che ha fatto incontrare me e Michele, ci aveva proposto una collaborazione con Lorenzo (Il Cile). All’inizio la proposta mi ha spiazzato un po’, devo essere sincero, perché legavo l’artista ad una scena molto più pop mainstream rispetto a quella che frequentiamo io e Michele Mud Negrini. Però, come ci son arrivate le prime tracce registrate da Il Cile, mi sono dovuto ricredere, perché Lorenzo ha interpretato magistralmente il brano. Personalmente ho trovato questa commistione molto bella; è la controprova di cosa già pensavo, ovvero che nella musica non devono esistere, per così dire i recinti, gli steccati. La musica è una sola: o la fai bene o la fai male.
Nel disco ci sono però anche i featuring di Davide “Dudu” Morandi nell’opening track e di Tommaso Cerasuolo in “Pelle contro pelle”. Potete raccontarci come sono nate le due canzoni?
Davide Dudu Morandi è un fratellone, vedo più lui che la mia famiglia dal momento che canta nei Modena City Ramblers da vent’anni. E devo dire che pur conoscendo a fondo le sue possibilità, mi ha colpito per come ha interpretato “Come va la vita” mettendoci grinta e personalità. Tommaso Cerasuolo è un gran cantante e un’ottima persona.
I Perturbazione e i Modena City Ramblers sono stati compagni di etichetta per anni (la Mescal di Nizza Monferrato) e ho ricordi bellissimi di quel periodo. In più, Tommaso divide le parti vocali e compositive con Michele Mud del validissimo progetto Rulli Frulli, una band molto numerosa di Finale Emilia (Modena). Il suo contributo in “Pelle contro pelle” è, a mio avviso, emozionante.
Perché avete scelto “Everybody wants to rule the world” dei Tears for Fears come cover? Quali difficoltà avete trovato nel riarrangiare il brano forse più “beatlesiano” del gruppo inglese?
Questa è davvero buffa! 🙂 Nei primi ‘90 ho avuto l’occasione di soggiornare, di passare una piccola vacanza alla Citè Universitaire a Parigi. Mentre facevo un pic-nic al parco, c’erano due ragazzi accanto a me, che con una chitarra acustica suonavano e cantavano questo brano che all’epoca era un hit incredibile! Mi sono detto: “ma senti come suona bene questo brano anche “spogliato”dalle tastiere, dalle chitarre elettriche etc.! Prima poi ne farò una versione acustica!”. Ho aspettato giusto una trentina d’anni o forse più, ma ce l’ho fatta! 🙂
Potete parlarci della copertina del disco? Sopra la scritta appaiano due plettri che si sovrappongono, quasi a simbolizzare due mondi diversi, quasi opposti, che si uniscono e diventano un’unica realtà…
L’idea primigena di usare i plettri come logo è partita da me, ma devo dire che il mio disegno era abbastanza bruttino. L’ho passato, quindi, a Michele che lo ha nettamente migliorato. Non vi è nessuna simbologia dietro: i plettri sono tra i nostri “attrezzi del mestiere” e ci piaceva utilizzare questa parte necessaria all’adempimento del nostro lavoro.
Proporrete live tutti i brani del disco? Ci saranno differenze con le versioni in studio?
Sì, li proponiamo tutti a parte “Lolloby”che ha un’atmosfera davvero intima, ma magari la metteremo in scaletta più avanti. I brani live sono un po’ più scarni per forza di cose rispetto al cd, ma direi che sono una fedele rappresentazione di quello che si può sentire in “Colpevoli”.
Avete altri progetti in cantiere che si possono già rivelare (anche singolarmente)?
Io ho in partenza il nuovo tour dei Modena City Ramblers che mi porterà via tantissimo tempo. Poi lavoro sempre come turnista per altri e spero tanto di riuscire ad ultimare il mio nuovo disco solista, il seguito dell’apprezzato “Cosmic rambler”. Ah, sono anche in uscita un paio di cd di cui ho curato la produzione. Uno, dei Legittimo Brigantaggio, una storica folk band laziale e l’altro è un lavoro di una band di Spoleto che si chiama Il ripostiglio delle scope. L’agendina è insomma sempre piena…
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