Fermenti d’Abruzzo 2021 raccontato da Omar D’Incecco
L’evento Fermenti d’Abruzzo 2021 raccontato ai microfoni di AbruzzoOggi da Omar D’Incecco, Event Manager.
Siamo presenti al Porto Turistico di Pescara per apprezzare sul campo uno degli eventi più attesi della Regione; dunque abbiamo incontrato Omar D’Incecco, l’Event Manareg, che ci ha rilasciato una intervista nella quale ci ha raccontato le peculiarità di Fermenti d’Abruzzo edizione 2021.
Intervista esclusiva – Fermenti d’Abruzzo 2021 raccontato da Omar D’Incecco
Vi proponiamo l’intervista realizzata dalla redazione di AbruzzoOggi, risponde Omar D’Incecco
AO:
Come e quando nasce Fermenti d’Abruzzo?
ODI:
Fermenti d’Abruzzo nasce nel 2017, ma siamo alla sesta edizione perché c’è stata una avventura invernale. È un progetto della Marina di Pescara, della CCIAA di Pescara e, da quest’anno, anche della Regione Abruzzo; l’accordo punta a sostenere tutti gli eventi legati all’enogastronomia e le micro aziende, perché i birrifici sono delle micro aziende con fino 5 dipendenti. È un mondo in crescita da 15 anni, quindi abbiamo capito che era il momento giusto organizzare un grande evento.
Ogni anno riusciamo a far venire 12 birrifici, anche se le domande sono di più perché vengono da tutta la Regione; ognuno dei 12 birrifici propone almeno 3-4 spine, quindi parliamo di 60-70 tipologie di birra più quelle in bottiglia.
Il vantaggio di un evento come questo è fare incontrare i produttori con i fruitori, cioè quelli che poi andranno a comprare i prodotti.
AO:
Quale è la finalità di Fermenti d’Abruzzo?
ODI:
La finalità è totalmente culturale, infatti questa non è la festa della birra; tant’è che l’allestimento prevede una piccola parte dedicata allo Street Food e un’altra alla musica dal vivo, che tutte le sere accompagna le degustazioni. C’è anche la tatuatrice e gli sponsor che vengono esporre le moto e le macchine; inoltre c’è una parte culturale che si svolge all’interno del Padiglione nella quale ci sono gli esperti di Unionbirrai, Beer test, che fanno corsi di degustazione. Quindi la parte interna ha fini totalmente didattici. Poi, per chi si vuole divertire, questa stessa cosa si può fare in barca.
AO:
Quali obiettivi Vi siete preposti?
ODI:
L’obiettivo quest’anno è di far incontrare i buyer ed i birrai; lunedì saranno presenti:
- il Presidente della CCIAA;
- l’assessore della Regione Abruzzo;
- il direttore della guida di Slow Food delle birre d’Italia che darà i premi.
L’obiettivo, quindi, è far crescere il settore.
AO:
Le differenze con la precedente edizione di Fermenti d’Abruzzo?
ODI:
La presenza della Regione Abruzzo che ci ha dato un aiuto finanziario e ci dà maggiore eco. Il Covid ci ha limitato; infatti è un evento che normalmente fa numeri molto grandi ma quest’anno, come lo scorso, potremo ospitare nell’area 999 persone compresolo staff, che conta una trentina di persone.
AO:
Abruzzo terra di vini, oli e birra
ODI:
Di birre inaspettate. Il vino sta facendo da traino anche per le birre. Si è sviluppata curiosità anche grazie all’assaggio dei prodotti. Poi c’è da aggiungere che alcuni birrifici esistono già da vent’anni; cioè questa realtà è esplosa ora ma può contare su aziende consolidate.
AO:
Avete riscontrato una reazione positiva? Aumentano i produttori?
ODI:
Aumentano le produzioni, in Italia come all’estero, e aumentano i beer lovers. I workshop vanno esauriti ancora prima dell’inizio dell’evento. L’ingresso è gratuito quindi le persone arrivano, si siedono al tavolo, fanno domande ai birrai, ci sono gli esperti di Unionbirrai a spiegare le sfumature.
AO:
State già pensando all’edizione 2022 di Fermenti d’Abruzzo?
ODI:
Sempre! Pensiamo a quello che si può migliorare, a quello che può cambiare. La nostra più grande speranza è quella di non avere più restrizioni. Il covid è stato un grosso problema per noi, perché noi facciamo somministrazione e la somministrazione deve sottostare a tante regole. Per questa edizione siamo stati seguiti da un esperto, un professionista. Vorremmo essere più liberi anche per fare anche per fare degustazioni in giro per Pescara Piazza. Siamo sempre in procinto di fare qualcos’altro.
È Format che ci interessa sviluppare in tutte le province, anche l’aquilano. Un evento di questo tipo deve essere sostenuto dalle istituzioni. La Camera di Commercio di Pescara ci aiuta in tanti modi, anche con la comunicazione, con i giornalisti.
AO:
L’idea dei workshop come è nata?
ODI:
È una idea vincente perché ha una doppia valenza: la prima è attrattiva per l’evento, la seconda è l’assaggio delle birre; quindi per noi diventa un volano. In realtà si crea un effetto domino importante.
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