Intervista a Francesco Branchetti attore e regista
Intervista a Francesco Branchetti attore e regista, protagonista insieme a Denny Medez sabato 9 marzo 2024 a Orsogna dello spettacolo “Cose di ogni giorno”.
Lo scorso anno lo avevamo visto, sempre al Teatro Comunale Camillo De Nardis, recitare insieme a Corinne Clery.
In entrambe le occasioni ha dimostrato una maestria infinita mentre era sul palco, una padronanza nella recitazione davvero unica.
Abbiamo parlato con lui di “Cose di ogni giorno”, del suo rapporto con l’Abruzzo e dei suoi progetti futuri.
Intervista a Francesco Branchetti attore e regista, protagonista insieme a Denny Medez sabato 9 marzo 2024 a Orsogna dello spettacolo “Cose di ogni giorno”, una commedia spassosa che evidenzia i problemi di una famiglia moderna
Ciao Francesco, una dichiarazione sullo spettacolo “Cose di ogni giorno”…
Un saluto a tutti! Io sono Francesco Branchetti, regista e interprete maschile dello spettacolo “Cose di ogni giorno” di David Norisco. E’ una commedia molto divertente che racconta la famiglia di oggi, cioè quello che è successo negli ultimi decenni alla famiglia e quindi tutte le problematiche nuove che la famiglia moderna si trova ad affrontare.
Non ci facciamo mancare niente in questa commedia un pò politicamente scorretta.
Aggiungo che il pubblico è sempre molto incuriosito, tanto che alla fine dello spettacolo esiste sempre la replica a cui segue un dibattito interno al teatro col pubblico. Molti, in un modo o nell’altro (genitori o figli), hanno affrontato i problemi da noi rappresentati.
La chiave vincente è che tutto quanto viene affrontato con l’arma dell’ironia e di un umorismo intelligente che parla dei problemi reali della vita quotidiana, sempre con il sorriso.
Questa è una qualità che da sempre accompagna la drammaturgia di David Norisco.
Pertanto è uno spettacolo veramente divertente ma anche intelligente: con me sul palco Denny Mendez che interpreta appunto la protagonista femminile che tenta con tutti i mezzi di conservare l’unità all’interno di questa famiglia così, pazza, folle e problematica.
Isabella Giannone interpreta infatti una donna di servizio a dir poco singolare e Josè De La Patz un figlio veramente fuori dall’ordinario e che sarà il motore di tutte le avventure e disavventure di questa bizzarra famiglia.
Mi auguro che il pubblico si diverta come da un anno e mezzo si sta divertendo in tutte le tappe che stiamo facendo con questo spettacolo.
Cosa si aspetta il pubblico da questo spettacolo?
Questa commedia offre tanti spunti di riflessione sulla famiglia in generale e magari anche sulla propria.
Quali sono i rapporti con l’Abruzzo?
E’ un rapporto personale perché io ho iniziato la mia attività di regista e di attore con una compagnia di abruzzesi, cioè con Raffaella Mutani e la sua Compagnia Le Pleiadi che ha prodotto i miei primi spettacoli.
Per questo motivo il mio rapporto con l’Abruzzo è molto forte che poi si è rinnovato quando ho diretto Gabriele Ferzetti, originario di Atri.
Ricordo che facemmo tappa proprio lì e lui era molto legato all’Abruzzo e ci venivamo spesso.
Siamo stati in tutti i teatri di tutte e quattro le province: tutti gli anni veniamo nei teatri diretti da Zenone Benedetto, che sta veramente portando una ventata di aria fresca in una regione che secondo me ne ha molto bisogno; lo sta facendo con grande impegno ma anche con grandi risultati portando una drammaturgia di qualità e con interpreti conosciuti dal grande pubblico per cui riesce a fare del bene al teatro facendo riflettere e non mettendo in secondo piano la qualità.
Che consiglio darebbe a un attore o a un regista giovane che voglia interfacciarsi con questo tipo di spettacolo?
Questa è una domanda molto difficile, fatta in questi anni. Gli consiglierei più che una scuola rispetto a un’altra, di chiedere a una grande compagnia (come può essere quella di Lavia) di fare un’assistenza alla regia anche volontaria, per poter vedere il teatro come deve essere perché altrimenti con tutte le mille nicchie di teatro che si sono create in questi anni l’aspirante regista o attore rischia di farsi un’idea totalmente distorta del teatro. E’ bene vedere una volta com’è il teatro di serie A con tutti i crismi. Potrà così scegliere di fare un teatro diverso.
Avendo visto, però, com’è la serie A del teatro è importante avere le informazioni giuste per poi magari scegliere di prendere una strada propria.
Naturalmente è altrettanto importante vedere qual è la strada che ha accompagnato tutto il ‘900 e questi primi anni del terzo millennio.
Quali sono infine i suoi progetti futuri?
Non sono uno che guarda molto al futuro.
Penso sempre a far bene quello che sto facendo nel presente, per cui ho tanti progetti ma preferisco parlarne quando li sto facendo.
Si ringrazia lo staff del Teatro Comunale Camillo De Nardis di Orsogna per la gentile collaborazione
La foto nell’articolo è di Marco Vittoria © Diritto esclusivo sulla foto dell’autore
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