Pietro Ottobrini: recensione del libro “La Sciarpe”
Pietro Ottobrini: recensione del libro “La Sciarpe”.
Continua il successo editoriale delle poesie in dialetto del poeta Pietro Ottobrini da Torricella Peligna.
Infatti la sua ultima opera “La sciarpe”, pubblicata sotto lo pseudonimo “Lu caggette” sta riscuotendo un ampio successo di critica e di diffusione.
Pietro Ottobrini: recensione del libro “La Sciarpe” – i dettagli
Sulla copertina un motto “Mò apre lu libbre…” una frase ironica ampiamente diffusa nell’Alta Valle Aventino che sta a significare “Ora racconto tante cose” anche le più scabrose.
Lo pseudonimo “Lu caggette” forse ha come significato recondito “un amico noto, di cui non si cita il nome, spesso riferito a un fidanzatino”.
Le poesie, ambientate, nella cittadina di Torricella Peligna ne descrivono l’ambiente, personaggi comuni noti o non, la natura, il paesaggio, di tutto e di più con grande grazia e il tutto velato da una leggera nostalgia e,a volte, anche amarezza per alcuni costumi che vanno scomparendo.
Altre volte prorompono sentimenti di gioia e di viva soddisfazione ed anche di critica.
Tanti gli argomenti trattati
Tanti gli argomenti trattati, con un filo conduttore: la forza inesorabile del tempo, il cambio delle abitudini generazionali e dell’ambiente, oppure il canto delle tradizioni che il ritmo della vita moderna non hanno cancellato.
Inoltre personaggi semplici, che fanno parte del tessuto antropologico di Torricella Peligna, a iniziare dai più umili, fino ai quelli che oggi definiti “in” o più in vista sia sotto il profilo economico che sociale.
Pietro Ottobrini riesce a riportare alla luce un substrato culturale e folkloristico che sono patrimonio non solo di Torricella Peligna.
Una cittadina descritta con garbo e a volte anche con ironia, attraverso richiami umani, spirituali e anche contemplativi, il tutto in una dolce vena artistica.
Il poeta ha il merito di aver riportato alla luce uno stile e qualità della vita del tempo passato.
La sua storia sono le storie della gente presente sul territorio che ne hanno garantito le relative testimonianze storiche derivanti dall’amore per il proprio paese e dalla costante frequentazione antropica.
La dedica
Veramente bella la dedica che merita una citazione speciale
“A tutti i TORRICELLANI sparsi nel mondo
Noi che viviamo qui nel paese li ricordiamo sempre, con la speranza che essi, i loro figli e i loro nipoti mai devono dimenticare le proprie origini, perché, come diceva il grande scrittore Cesare PAVESE: nel suo libro LA LUNA E IL FALO’ Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle persone.nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”
Le sue poesie hanno colto proprio nel segno del significato della dedica.
Pietro Ottobrini ha trasmesso alle nuove generazioni, non solo Torricellane ma anche dell’intera società, un messaggio che vuole essere soprattutto un invito alla custodia di tanti valori, qualcuno forse attenuato dai cambiamenti, che fanno parte dei veri valori della vita.
A questo servono e serviranno le sue poesie con fonti non documentali e/o convenzionali: trasmettere il vero “sapere” della generazione precedente a quella susseguente.
Spetta ai più anziani parlarne, inculcarli nell’animo dei più giovani e a quest’ultimi custodirli e ritrasmetterli ai posteri in una meravigliosa simbiosi di continuità per vivere nella Pace e nella Libertà e perché no, anche a credere in un avvenire migliore.
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