Terremoto Abruzzo 1984: Parco Nazionale d’Abruzzo
Terremoto in Abruzzo nel 1984: coinvolse tutto il Parco Nazionale d’Abruzzo.
36 anni fa infatti un sisma scosse l’Abruzzo (o meglio gran parte del suo territorio). Al movimento tellurico fra il 7 e 11 maggio 1984 in alcune zone dell’Abruzzo seguì infatti un grande terremoto che interessò un’ampia fetta del suo territorio.
Terremoto in Abruzzo del 1984: coinvolse tutto il Parco Nazionale d’Abruzzo – i Comuni interessanti
I Comuni maggiormente colpiti furono quelli di Alfedena, Colli a Volturno, Pizzone, Acquaviva d’Isernia, Ateleta, Bugnara, Opi, Pescasseroli, Villa Scontrone e Villetta Barrea, ma anche tante altre località vicine subirono ingenti danni.
Le Prefetture intervennero in maniera pronta ed immediata individuando i territori del sisma che riguardò i Comuni delle seguenti Province:
Chieti:
Altino, Borrello, Casoli, Castel Frentano, Civitaluparella, Fara Filiorum Petri, Gessopalena, , Lama dei Peligni, Lettopalena, Palena, Pennapiedimonte, Pizzoferrato, Rapino,Roccamontepiano, Rosello. Martino sulla Marrucina, Taranta Peligna, Tollo, Torricella Peligna.
L’Aquila:
Alfedena, Anversa degli Abruzzi, Ateleta, Barrea, Bisegna, Bugnara, Cansano, Castel di Sangro, Castelvecchio Subequo, Civitella Alfedena, Corfinio, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, Introdacqua, Opi, Pacentro, Pescasseroli, Pescocostanzo, Pettorano sul Gizio, Pratola Peligna, Raiano, Rivisondoli, Rocca Pia, Roccaraso, Scanno, Scontrone, Sulmona, Villalago, Villetta Barrea, Vittorito.
Pescara:
Abbateggio, , Bolognano, Castiglione a Casauria, , Lettomanoppello, , Popoli, , Salle, , Sant’Eufemia a MaiellaS. Valentino in Abruzzo, Scafa, Serramonacesca, , Tocco da Casauria, Torre de’ Passeri, Rapino, Rosello.
L’intervento della Protezione Civile
L’intervento della Protezione Civile fu affidato al Commissario Straordinario Giuseppe Zamberletti che emanò immediate ordinanze e norme.
In molti Comuni realizzò inoltre rapidamente tendopoli e roulotte per ospitare le famiglie costrette ad abbandonare le loro abitazioni danneggiate o distrutte.
L’intervento dell’esercito assicurò, con le cucine da campo, anche l’alimentazione.
Fu una vera e propria gara di solidarietà.
Le prime riparazioni dei danni alle abitazioni
Immediato l’avvio delle prime riparazioni dei danni alle abitazioni con la concessione di contributi fino a un massimo di venticinque milioni di lire per i lavori di consolidamento statico e di miglioramento igienico sanitario.
I contributi furono concessi in maniera molto snella e senza tanta burocrazia: i liberi professionisti redigevano i progetti secondo le norme di costruzione, li asseveravano con giuramento e il Sindaco emetteva il buono contributo.
Seguivano l’avvio dei lavori e la loro liquidazione a stati di avanzamento con l’osservanza delle norme della contabilità dello Stato.
Arrivarono anche altre ordinanze che ampliarono gli importi di contributo e prevedettero anche la demolizione e ricostruzione degli immobili gravemente danneggiati e/o distrutti.
I Comuni tornarono in breve tempo alla loro vita normale.
La foto nell’articolo è puramente indicativa e non riguarda l’evento trattato.
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