Intervista a Sabrina Ciancone Sindaco di Fontecchio
Intervista a Sabrina Ciancone Sindaco di Fontecchio, paese in provincia dell’Aquila situato nella valle dell’Aterno, nel Parco naturale regionale Sirente-Velino. Il Comune conta oggi circa trecento abitanti e vanta una storia che lo fa risalire ai popoli italici.
Intervista alla dr.ssa Sabrina Ciancone Sindaco del Comune di Fontecchio che ci racconta la vita del paese
Da quando è Sindaco del Comune di Fontecchio?
Sono stata eletta Sindaco del Comune di Fontecchio a settembre del 2020, sono quasi alla fine del mio terzo mandato.
La popolazione ha avuto quindi fiducia in Lei tre volte di seguito?
Così sembra. Voglio credere che sia sicuramente per quello che abbiamo fatto.
È anche vero che trovare persone disponibili ad affrontare i problemi di un comune così piccolo non è semplice. Sono tante le situazioni da affrontare, il post terremoto, il PNRR, carenza di personale con la struttura amministrativa di cui si dispone.
E’ difficile quindi secondo Lei amministrare un piccolo comune?
Non solo, è quasi pericoloso.
Ci sono persone che amano il comune il territorio e che possono affrontare con entusiasmo e determinazione i problemi.
Diciamo che è pericoloso perché si può sbagliare, oppure ci sono situazioni di cui non si ha colpa. Spesso si rischia un avviso di garanzia con grande facilità: si rompe un guard-rail su una strada che doveva essere manutenzionata, ci sono problemi in una scuola, tante sono le situazioni particolari che implicano responsabilità.
Come vive la popolazione a Fontecchio e quali sono le principali risorse che il territorio offre?
Quasi tutte le persone vivono con riferimento a L’Aquila. Ci sono alcune aziende agricole, sempre legate ai prodotti locali, in un rapporto con la terra, lo zafferano, il tartufo e poi i cereali e attività commerciali.
Come sono i rapporti con l’Ente Parco?
Il nostro territorio è al 100% all’interno del Parco e la fiducia che si ripone in un ente da parte dei comuni piccoli è grandissima perché potrebbe rappresentarci in tanti settori.
Non solo per la parte ecologica e ambientale ma anche. per esempio per i rifiuti e tante questioni assolutamente delicate che potrebbero essere trattate da un Ente Parco Regionale.
E’ certo che per la normativa non riesce ancora a svolgere a pieno le sue funzioni, ma noi continuiamo a nutrire tanta fiducia in un soggetto che potrebbe essere davvero il portavoce nostro dei nostri piccoli comuni per tante questioni varie.
Lei ha accennato ai fondi del PNRR avete avuto finanziamenti?
Sì, assolutamente. Abbiamo risposto a molti bandi e proprio al PNRR e PRC, che è complementare per le zone terremotate dei terremoti del 2009-2010.
Sono circa una decina gli interventi che stiamo seguendo. Si va dai campi gioco agli spazi urbani, e speriamo che si concretizzi presto la costruzione di un nuovo asilo.
Parliamo un po’ dello stemma comunale di Fontecchio…
L’immagine che ci rappresenta, indubbiamente ha una simbologia: la fontana è il nostro monumento identitario.
Di particolare grazia e freschezza, posta nella piazza principale.
I due leoni stanno a rappresentare un’unione delle diverse parti del paese che prima erano separate e poi sono arrivate ad una unità.
Questo è un simbolo, un messaggio che ci piace ricordare sempre perché vogliamo essere noi strumento, ma soprattutto vivere senza separazioni in un clima di riconciliazione e diciamo sempre che dopo i momenti tristi vissuti negli anni passati, dobbiamo lavorare per l’accoglienza, l’ospitalità, l’inclusione e l’accessibilità e una pacificazione.
La nostra comunità deve essere un esempio e uno strumento di pace non soltanto per i nostri 250 abitanti ma per tutti coloro che passano e per quanti possiamo raggiungere che magari sono molto lontani. Abbiamo rapporti con tanti paesi europei (e non solo) e cerchiamo di portare il nostro messaggio in ogni luogo del mondo.
Il paese
Fontecchio, una cittadina, con un numero di abitanti che oggi oscilla intorno ai trecento, ha un ragguardevole passato storico. Questo è da collegare anche alla sua posizione strategica (versante sinistro della media valle del fiume Aterno).
Il paese ha subito la grave piaga dell’emigrazione. I dati statistici parlano infatti chiaro: dal libro “Stato della Popolazione del regno delle Due Sicilie” di Gabriello De Sanctis, risulta che nel nel 1828 Fontecchio faceva parte del Distretto di Aquila, Circondario di San Demetrio ed aveva 869 abitanti, passati a 976 nel 1843.
L’andamento demografico successivo risulta sempre in aumento fino a raggiungere 1646 nel 1911. Da questo anno inizia il lento ed inesorabile declino, per una emigrazione dovuta a diversi fattori (a iniziare dal terremoto del 1915, fino all’ultimo dopoguerra).
L’agglomerato abitativo
L’agglomerato abitativo ricorda gli antichi “castrum” romani, ma il centro storico presenta, urbanisticamente, il fenomeno dell’incastellamento medioevale.
Gli storici fanno risalire l’originario nucleo insediativo all’epoca romana, poiché ne esistono alcune tracce.
Le prime notizie documentali parlano della fondazione di Castrum Fonticulanum all’unione di diversi “vicus” che confluirono in unico centro abitato (secolo XI).
All’epoca della fondazione dell’Aquila, gli abitanti di Fontecchio fecero parte dei 99 castelli fondatori della città e vi costruirono la chiesa di Santa Maria a Graiano.
Il centro, ha subito diverse incursioni (anche di briganti) ed assedi (memorabile quello del 1647).
La fierezza e la forza dei loro abitanti hanno, da sempre contribuito alla ricostruzione di Fontecchio. Il paese tuttora conserva il suo caratteristico centro storico con parte di due cinte murarie e di palazzi fortificati.
Una piazza, come una antica piccola agorà, con una fontana che rappresenta l’orgoglio della cittadina: un tabernacolo in pietra locale intorno al quale per secoli gli abitanti hanno vissuto la vita quotidiana “i fatti” e la storia.
Il patrimonio religioso della cittadina
Importante anche il patrimonio religioso esistente in questa cittadina: la chiesa di Santa Maria della Pace (secolo XVII). il convento di San Francesco (secolo XIV) ex chiesa di San Nicola (gravemente danneggiata dal terremoto del 1915, oggi sito archeologico) e Chiesa di Madonna delle Grazie.
L’intera zona merita una visita turistico-culturale anche per le bellezze naturali, incontaminate che l’intero territorio offre.
Da segnalare anche i siti archeologici: “il Castellone” e la cima del Monte S. Pio.
Il Santo protettore di Fontecchio: San Biagio
San Biagio è il Santo Protettore di Fontecchio.
Ciò fa pensare che la cittadina è stata un antico centro laniero.
Per i suoi tratturi passavano le pecore durante il periodo di transumanza e i suoi stazzi rappresentavano zone di sosta e ristoro per i pastori e gli animali diretti verso la Puglia.
Oggi l’economia locale sfrutta le risorse agricole che i boschi, i pascoli ed il territorio può offrire: tartufi e il cosiddetto “oro giallo” cioè lo zafferano e le fragoline del bosco.
Ed oggi Fontecchio risana le ferite dei terremoti del 6 aprile 2009 e del 2010, con la stessa antica fierezza, lo stesso coraggio e la stessa caparbietà la cittadina torna all’antico splendore.
Tante infatti le opere pubbliche realizzate e/o in corso e altrettanti cantieri privati che hanno ridato e stanno ridando decoro ai diversi palazzi con lavori di miglioramento statico e igienico-sanitario.
Le foto nell’articolo “Intervista a Sabrina Ciancone Sindaco di Fontecchio” sono state gentilmente concesse dalla dr.ssa Sabrina Ciancone
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