Prima giornata di studi a L’Aquila per lo zafferano di Navelli DOP
Prima giornata di studi a L’Aquila per lo zafferano di Navelli DOP.
Il Consorzio di tutela, la cooperativa dei produttori, la Fondazione Silvio Salvatore Sarra e con il sostegno del Comune di Navelli organizzano per domenica 10 p.v. in Navelli, alle ore 17:00 nel Municipio, la prima giornata di studi sullo “Zafferano de L’Aquila”.
Un evento che avrà un alto valore per la diversità dei temi che saranno trattati che vanno dall’aspetto culturale, a quelli storico, scientifico ed economico e, soprattutto, per quanti faranno da relatori.
Prima giornata di studi a L’Aquila per lo zafferano di Navelli DOP organizzata dal Consorzio di tutela, dalla cooperativa dei produttori, dalla Fondazione Silvio Salvatore Sarra e con il sostegno del Comune di Navelli
Questi gli argomenti previsti:
- il professor Giulio Pacifico del Liceo scientifico Andrea Bafile dell’Aquila che parlerà su “La cultura dello zafferano nel Medioevo aquilano”;
- la professoressa Silvia Mantini dell’Università dell’Aquila su “Storia e storie di zafferano all’Aquila tra Rinascimento ed età moderna”;
- Paola Iezzone, dottoranda dell’Università di Teramo su “Oltre il confine: lo zafferano aquilano e i mercanti dell’Appennino”;
- il professor Luca Pezzuto dell’Università dell’Aquila che interverrà su “La Madonna della Misericordia di Francesco Bedeschini”;
- la professoressa Paola Pittia dell’Università di Teramo illustrerà il progetto Polis sulla valorizzazione delle piante officinali;
- Le professoresse Lorenza Speranza e Valeria Panella e Sara Franceschelli dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara interverranno su “Zafferano e petali: nuovi orizzonti terapeutici”;
- la professoressa Anna Maria D’Alessandro dell’Università dell’Aquila e dell’Associazione Salute Donna relazionerà sugli effetti farmacologici dello zafferano.
Concluderà l’incontro il concerto di musica popolare del Christian Di Fiore Trio.
L’antica tradizione sulla coltivazione e raccolta dello zafferano
Il Comune di Navelli e l’intera zona contigua hanno un’antica tradizione sulla coltivazione e raccolta dello zafferano (nome scientifico crocus sativus).
Negli antichi testi di cucina e di studi naturalistici lo zafferano dell’altopiano di Navelli riveste primaria importanza per rendere i cibi più gustosi.
I mercanti veneziani, di Firenze, Roma, Milano, Napoli e di tante altre città italiane fin dal medioevo rappresentavano i principali operatori economici di questo prodotto che, per loro, soltanto il predetto territorio poteva offrire per qualità unica e di incomparabile sapore.
I tradizionali metodi di coltivazione, raccolta, cernita, lavorazione, confezionamento e commercializzazione dello zafferano
I tradizionali metodi di coltivazione, raccolta, cernita, lavorazione, confezionamento e commercializzazione dello zafferano oggi hanno subito una più moderna evoluzione, ferma restando la relativa ottima qualità.
Questo settore dell’agricoltura specializzata, oggi, rappresenta anche una ricchezza occupazionale per i giovani locali.
Grande il sacrificio per ottenere immettere il prodotto in commercio: un fiore pregiato da cui trarre e separare gli stimmi che vanno essiccati e conservati in zone prive di umidità e in contenitori ermetici.
I numeri parlano chiaro: occorrono dai centomila ai centocinquantamila circa stimmi di fiori per produrre un chilo di zafferano.
L’uso dello zafferano non è limitato al settore della cucina, infatti rappresenta un vero tesoro anche per le sue innumerevoli proprietà medicinali.
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