Seconda edizione di Abruzzo in Bolla a L'Aquila

Seconda edizione di Abruzzo in Bolla a L’Aquila

Seconda edizione di Abruzzo in Bolla a L’Aquila.

L’ampio colonnato del Palazzo dell’Emiciclo in L’Aquila ha infatti ospitato, in una elegante tensostruttura, la seconda edizione della manifestazione “Abruzzo in Bolla”  relativa alla produzione di spumanti nella nostra regione.

 All’evento hanno partecipato numerosi enologi, produttori, critici, operatori economici, giornalisti e tanti curiosi e visitatori provenienti da ogni parte d’Italia che hanno avuto l’opportunità di discutere, assaggiare e promuovere lo “spumante abruzzese”.

Seconda edizione di Abruzzo in Bolla a L’Aquila – l’organizzazione della manifestazione

L’organizzazione della manifestazione, curata e promossa da Virtù Quotidiane ha avuto anche il patrocinio del Consorzio di tutela vini d’Abruzzo e di L’Aquila Capitale della cultura 2026 e il sostegno del Gal Gran Sasso-Velino.

All’interno della tensostruttura hanno fatto bella mostra di sé le migliori bottiglie di spumante dei diversi produttori abruzzesi.

Sono stati presenti il vice presidente della Regione e assessore all’Agricoltura Emanuele Imprudente, i presidente del Consorzio di tutela vini d’Abruzzo Alessandro Nicodemi e il presidente del Gal Gran Sasso Velino, Paolo Federico.

Il dibattito “Dalle cime agli abissi, gli affinamenti speciali dello spumante”

Stappata la bottiglia magnum, fra gli applausi dei presenti, dopo il tradizionale brindisi, hanno dato vita al dibattito “Dalle cime agli abissi, gli affinamenti speciali dello spumante”:

  • Bruno Carpitella di Vini d’Altura che posiziona le bottiglie sotto la neve del Gran Sasso d’Italia;
  • Gianluca Grilli di Tenuta del Paguro a Ravenna che affina sotto il mare Adriatico;
  • Pierluigi Lugano de La Cantina Bisson “Cantina degli Abissi” a Sestri Levante (Genova) che fa la stessa cosa sotto il mar Ligure (ritenuto uno dei pionieri dell’affinamento sott’acqua che ha avviato negli anni Novanta);
  • Francesco Leo di Cantine Paololeo, a San Donaci (Brindisi), e Antonio Arrighi dell’Azienda agricola Arrighi di Porto Azzurro (Livorno), che immerge le uve e non le bottiglie a largo dell’isola d’Elba.

Vivace il dibattito tanto che molti hanno reclamato di rendere pubblici anche gli studi e i risultati delle diverse tecniche ed esperienze di produzione e se il loro utilizzo originale porta anche alla variazione organolettica dello spumante prodotto.

Le comparazioni fatte

Interessante anche le comparazioni fatte tra Umberto Cosmo di Bellenda Conegliano Valdobbiadene Prosecco superiore, Pietro Pellegrini di Pellegrini spa, Paolo Rossino, direttore Consorzio Alta Langa, Leonardo Seghetti gastronomo e tecnologo alimentare, e Mattia Vezzola, enologo e produttore.

Questi ultimi hanno, inoltre, tracciato la storia della spumantizzazione in Italia, indicando anche gli obiettivi e i probabili futuri sviluppi del mercato mondiale del settore.

Tutti concordi nel giudizio che la manifestazione ha fatto anche riscoprire gli spumanti del Mezzogiorno, prodotti fin dal 1622.

Le dichiarazioni di Marcella Pace

Marcella Pace ha dichiarato:

“Facciamo già degli studi e delle analisi scientifiche comparative tra il prodotto che affina in cantina e quello che posizioniamo sott’acqua o sotto la neve”.

All’altro dibattito “Gli spumanti del Mezzogiorno e la (ri)scoperta dell’autoctono” condotto da Serena Leo hanno partecipato:

  • Antonio Pisante (Pisan-Battèl, a San Severo (Foggia) considerato l’alfiere del Bombino della Capitanata);
  • Annapaola Cipolla (Tenute Orestiadi, a Gibellina -Trapani);
  • Massimo Setaro (Casa Setaro-I vini del Vesuvio, a Trecase -Napoli);
  • Federico Faraone (Azienda agricola Faraone, a Giulianova -Teramo).

La loro partecipazione ha riportato un bagaglio di esperienze nelle diverse tecniche di produzione a base di vitigni autoctoni, confermando l’antica tradizione del mezzogiorno nel settore.

Molta attenzione, senza nulla togliere agli altri, ha suscitato l’atteso confronto gestito da Antonio Paolini, con le testimonianze di:

  • Mattia Vezzola, protagonista della “saga” del Franciacorta;
  • Paolo Rossino, direttore del Consorzio Alta Langa;
  • Pietro Pellegrini, importante importatore;
  • Umberto Cosmo, produttore di Prosecco.

Le loro constatazioni hanno fatto rilevare il successo degli spumanti, ma anche i rischi attuali della loro produzione.

La storia del processo di spumentizzazione in Abruzzo

Il professore Seghetti ha narrato la storia del processo di spumentizzazione in Abruzzo, definendo  “piccola di dimensioni ma profonda come tempi”.

Proprio sull’Abruzzo hanno parlato Imprudente, Nicodemi, Valentino Di Campli, presidente Legonziano, e Giuseppe Colantonio in rappresentanza del gruppo Citra.

Tommaso Caporale ha diretto l’assaggio bendato dei quattro prodotti abruzzesi del neonato marchio Trabocco Doc.

Antonella Amodio ha presentato il suo libro Calici&Spicchi.

Il critico Fabio Riccio ha abbinato il Nododivino alle pizze prodotte al padellino da Luca Cucciniello di Parià Pizzeria Partenopea.

Il prof. Vincenzo Ambrosini ha coordinato le produzioni dimostrative degli chef Stefano Ferrauti e Matteo Di Panfilo.

All’intera manifestazione hanno inoltre partecipato piccoli e grandi produttori di spumanti:

cantine Biagi, Cantina Frentana, Cantina Tollo, Casal Thaulero, Citra, Ciccone, Centorame, Collefrisio, Contesa, Dora Sarchese, Faraone, Fausto Zazzara, Feudo Antico, La Quercia, Piandimare, Poderi Costantini, San Lorenzo, Nododivino, Legonziano, Tenuta Ulisse, Vignamadre, Vigna di More e Vinco. E nel corner collettivo c’erano i prodotti anche di D’Alesio, Illuminati, Di Ubaldo e Cioti.

 

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