Caro bollette e Rifondazione Comunista

Caro bollette e Rifondazione Comunista: Maurizio Acerbo

Tra i temi che stanno affollando i canali di comunicazione c’è anche quello del “caro bollette elettriche” e Rifondazione Comunista scende in piazza per la raccolta delle firme; a Pescara sono presenti il segretario nazionale Maurizio Acerbo ed anche il segretario provinciale Corrado Di Sante.  

L’Italia sta vivendo una fase di crescita sostenuta, ma non mancano voci in bilancio che stanno “giocando” contro; sicuramente l’aumento del costo dell’energia elettrica rappresenta un elemento molto pesante. Infatti l’esponente lievitazione del debito verso le società fornitrici di energia elettrica comporta un fattore critico per amministrazioni locali, attività e privati. L’indignazione per questo stillicidio di denari sta montando progressivamente e le voci ci protesta si stanno manifestando attraverso diversi canali.

Dopo aver raccontato della campagna ANCI “Luci spente nei Comuni” riportiamo le parole di Maurizio Acerbo, che ha promosso una raccolta firme a Pescara.

 

Maurizio Acerbo, Rifondazione Comunista parla del “caro bollette”

Stiamo conducendo una campagna sociale in tutta Italia contro l’aumento delle bollette che non deriva dall’ecologia della transizione ecologica che tra l’altro neanche c’è stata; l’aumento purtroppo deriva dalla liberalizzazione e dalla privatizzazione del settore energetico decisa negli anni ’90. In questo momento c’è chi sta speculando sull’energia elettrica e sul gas, nonostante la promessa di bollette più leggere grazie alla privatizzazione. Ne stiamo pagando le conseguenze anche se i fornitori il gas lo hanno già comprato, prima anche della crisi con la Russia.

Quindi siamo di fronte a una grande balla; perché si racconta alla gente che e l’ecologia a causare questi aumenti? Questo serve per sbloccare i progetti delle società private che sono stati bloccati dalle lotte ecologiche degli ultimi anni. Noi chiediamo alcune cose. La prima è che si torni al potere regolatore degli Stati sulle bollette; la Francia e la Spagna hanno bloccato l’aumento delle bollette, poiché hanno posto un tetto. Bisogna farlo anche di in Italia dove c’è una forte inflazione, un caro vita che deriva dall’aumento dell’elettricità”.

 

Maurizio Acerbo annuncia che Rifondazione Comunista pensa alla scala mobile

Bisogna reintrodurre la scala mobile che è stata rubata ai lavoratori nel ’92, cioè il meccanismo di adeguamento automatico dei salari e delle pensioni all’aumento del costo della vita; inoltre, l’inflazione di cui si parla oggi, cioè del 4,8%, non è reale perché nel paniere non c’è proprio il costo dell’energia, altrimenti sarebbe molto, molto più alta; quindi c’è bisogno, ripeto, della scala mobile, del blocco degli aumenti, anche dei prezzi sui generi di prima necessità per tutelare salari e pensioni.

In più noi abbiamo il 27% delle persone che lavorano in Italia che sono sulla soglia di povertà a causa del precariato. C’è bisogno di una legge che istituisca un salario minimo orario, di almeno 10 € l’ora; perché chi lavora deve essere retribuito per poter campare, qualsiasi lavoro faccia. Ci vuole una base minima garantita. Poi bisognerebbe abolire le leggi del precariato, perché troppa gente oggi fa anche tre lavori e non mette insieme uno stipendio decente; insomma, bisogna tornare un forte intervento pubblico nella regolazione dell’economia, altrimenti accade quello che sta accadendo.

Lo stesso Draghi ha ammesso che sull’energia in questo momento c’è chi sta facendo profitti fantastici. Ora… mentre le famiglie si ritrovano bollette stratosferiche lo Stato deve spendere miliardi su miliardi, come sta facendo, per innaffiare interessi privati. Noi pensiamo che debba intervenire l’autorità, come prevede la nostra Costituzione. Il neoliberismo dei Trattati europei ha prodotto danni che vanno corretti”.

 

Il segretario provinciale Corrado Di Sante

Il commento di Corrado Di Sante:

Come Rifondazione Comunista oggi siamo a Pescara per questi due giorni di mobilitazioni: contro il caro bollette e caro vita, nonché per l’abrogazione legge Fornero; stiamo, quindi, raccogliamo le firme per dare un messaggio chiaro al governo Draghi.

I prezzi, le bollette vanno calmierati e soprattutto vanno tassati e bloccati i super profitti che stanno facendo le multinazionali dell’energia; dall’altro lato non è possibile che l’età pensionabile in questo paese aumenti a dismisura e continuamente con nuovi scalini e scaloni. Serve una norma perché il diritto alla pensione deve essere per tutti e agito a sessant’anni, a 62 anni o con quarant’anni di servizio e non a settant’anni; questo è garanzia sia di una vita dignitosa per chi va in pensione, ma anche per l’ingresso al lavoro dei giovani generazioni.

Quindi invitiamo tutti e tutte i cittadini a firmare i nostri banchetti, nostre sedi, per portare avanti questa, per far sentire la nostra voce”.

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