Riconoscimento a geo-parco del sito Le ripe di Mutignano
Riconoscimento a geo-parco del sito calanchivo “Le ripe” di Mutignano.
La giunta Comunale di Pineto, Sindaco Robert Verrocchio, ha deliberato il riconoscimento del sito calanchifero “Li Ripe” di Mutignano come geo-parco naturale e, quindi, la sua conseguente protezione.
La delibera ha preso atto del rapporto istruttorio presentato dall’area comunale lavori pubblici, manutenzione e ambiente e lo studio in data 5 maggio 2016 realizzato dall’Associazione Culturale Mutignano.
Riconoscimento a geo-parco del sito Le ripe di Mutignano – Le dichiarazioni degli Assessori Marta Illuminati e Jessica Martella
Gli Assessori Marta Illuminati e Jessica Martella hanno dichiarato:
“Questo importante riconoscimento consentirà di tutelare l’area per le sue caratteristiche geomorfologiche e per la sua flora e fauna. Ovviamente ci saranno ricadute positive anche dal punto di vista turistico e culturale, vista anche la vicinanza con la Riserva Regionale Oasi WWF dei Calanchi di Atri saranno valutabili sinergie e collaborazioni. Si tratta infatti di un punto di partenza, inizia ora un percorso di valorizzazione e riqualificazione dell’area al fine di offrire servizi e opportunità agli utenti. Nel nostro territorio quindi un altro importante passo viene fatto per la tutela del nostro ambiente, che già con l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano sta ottenendo risultati importantissimi nell’ottica della tutela e della valorizzazione delle nostre splendide risorse naturali”.
Un importante passo verso programmi futuri di valorizzazione turistica della zona.
Cosa sono i calanchi
Ma cosa sono i calanchi e come si formano?
Il sole secca l’argilla e le piogge dilavano il terreno lo plasma. Si formano delle masse informi, sculture naturali che sembrano prive di ogni forma di vita, ma non è così.
Nei crepacci naturali nasce una vegetazione spontanea, maggiormente portata dal vento, piante che affondano stabilmente le proprie radici alla ricerca dell’acqua nelle faglie argillose e che producono variopinti fiori che arricchiscono la bellezza dell’ambiente.
Un paesaggio originale, unico in natura, quasi da inferno dantesco, ma di incomparabile bellezza.
Nei suoi meandri esistono anche forme di vita animale, con la prevalenza della presenza di gazze, istrici e scolopendre.
Alla loro base si rotolano i cinghiali ricoprendo il loro pelo irsuto del fango argilloso che serve per proteggerli dai fastidiosi insetti.
Difficile descrivere le forme dei calanchi: nessuna uguale all’altra.
La natura si diverte a plasmarli affidando il risultato, mai finale e sempre in evoluzione, alla forza inesorabile del tempo e degli eventi atmosferici.
I geologi studiano la formazione dei calanchi tentando di carpirne i segreti e le geodinamiche.
La formazione dei calanchi
La formazione dei calanchi avviene in terreni a natura argillosa e in un clima arido e piovoso.
I raggi solari e le alte temperature estive favoriscono l’apertura dell’argilla scagliosa, in cui l’acqua piovana si fa velocemente strada plasmando la forma del terreno alla quale contribuisce anche la forza del vento e le gelate invernali.
La forma dinamica dipende dalla natura dell’argilla e dalla percentuale di limo o sabbia in essa presente, per cui si formano pareti scoscese, guglie, creste strane e indefibili forme sotto il profilo geometrico spaziale.
La scarsa presenza di piante spesso registra la nudità delle radici, ondeggianti alla forza del vento.
Nelle parti terminali superiori delle zone calanchifere risulta netta la differenza fra le specie vegetali naturali soprastanti e la scarsità di quelle esistenti all’interno.
Arbusti spontanei, ginestre dagli stupendi fiori gialli, rose selvatiche, pruni, tamerici, qualche isolata pianta di cerro, rovi di more e tanta vegetazione spontanea e varipiopinta fanno da corona al grigiore delle argille.
All’interno delle formazioni calanchifere esistono anche piante spontanee quali la sulla (con si suoi caratteristici fiori rossi). Ci sono inoltre i gialli fiori della tossilaggine e, a volte, anche i capperi o i carciofi selvatici.
Un paesaggio che cambia forma e colore di stagione in stagione e pur sempre affascinante.
Il mondo agricolo ha avuto sempre un rapporto di grande avversione con i calanchi. Ciò poiché la loro presenza sottraeva superficie alle coltivazioni e, quindi rappresentavano zone improduttive.
Oggi, però, assume nuova dignità e utilità economica e il suo biotipo rappresenta attrattiva turistica di notevole valore.
Rispettare i calanchi, conservare il loro ambiente rappresenta un dovere primario per l’uomo verso la preservazione dell’ambiente e dell’ecosistema.
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