Intervista a Stefano Tacconi ex portiere della Juventus

Intervista a Stefano Tacconi ex portiere della Juventus

Intervista a Stefano Tacconi ex portiere della Juventus e della Nazionale.

Con i bianconeri ha vinto tutte le competizioni UEFA per club vigenti e, sempre con la stessa squadra ha vinto anche due scudetti, una Coppa Intercontinentale e una Coppa Italia.

Ha giocato con altre squadre (tra le quali Sambenedettese, Avellino e Genoa) e vanta anche alcune presenze in Nazionale.

Abbiamo intervistato Stefano Tacconi in vista della cena di beneficenza che si terrà a Ortona presso l’Hotel Mara. L’evento, a cui presenzierà insieme a un altro grande ex della Juventus, Moreno Torricelli, sarà in favore dell’AGBE (Associazione Genitori Bambini Emopatici). L’organizzazione sarà a cura di Anima Bianconera, Juventus Official Fan Club di Ortona.

Quest’ultimo nasce nel 2019 per opera di sei amici che credono nei valori dello sport e della solidarietà e per sostenere i colori bianconeri.

Fino ad oggi risultano iscritti circa 170 soci che contribuiscono alle attività del club fra le quali l’organizzazione per partecipare alle diverse partite, sia allo Stadium di Torino che in trasferta e all’estero.

Intervista a Stefano Tacconi ex portiere della Juventus e della Nazionale che sarà a Ortona per una cena di beneficenza il 31 maggio 2024 insieme a Moreno Torricelli

Venerdì 31 maggio 2024 avrà luogo a Ortona presso l’Hotel Mara una cena di beneficenza con due grandi ex giocatori della Juventus, Stefano Tacconi e Moreno Torricelli.

Abbiamo raggiunto Stefano Tacconi che ha risposto alle nostre domande.

Ci parli dei tuoi esordi nel calcio e del perché scegliesti di fare il portiere? Qual era all’epoca il tuo modello?

Io ho due fratelli più grandi anch’essi calciatori e non avevano un portiere per divertirsi un po’ e mi sono messo io in porta: era il mio destino. Ai miei tempi c’erano Zoff e Albertosi sicuramente i due che potevano darmi l’input per imitarli.

Che periodo é stato quello dell’Avellino  che ti ha poi definitivamente  lanciato nel grande calcio?

E’stato un insegnamento importante perché partivamo da meno cinque ad Avellino, però siamo riusciti a salvarci e per  me è stato fondamentale per tutto il resto.

Torniamo ai magici anni con la Juventus. Sei l’unico portiere ad aver vinto tutti i trofei UEFA, ma ce n’è uno a cui sei più affezionato e perchè?

Sicuramente Tokio 1985 (la Coppa Intercontinentale) perché ne fui grande protagonista. Parai due rigori su quattro. Arrivare in Coppa Intercontinentale significava aver fatto un percorso importante: vincere il campionato e poi la Coppa Campioni, beh insomma bei successi!.

Invece, un compagno di squadra al quale negli anni sei rimasto più legato e perche?

Sicuramente Totò Schillaci e poi un po’ con tutti. Con Totò siamo ancora in contatto. Lui veniva da Messina io ero capitano della Juventus: me lo sono coccolato, ci mancava un “figlioccio”.

Qual è stato un momento difficile della tua carriera?

Sicuramente la tragedia nelle finale della Coppa dei Campioni allo stadio Heysel il 29 maggio 1985: fu una giornata tutta particolare e difficile da dimenticare.

Il periodo in Nazionale e il dualismo con Zenga. Cosa ci dici in proposito?

Diciamo bello perché ricordo che ero il più vecchio di tutti. Io mi divertivo con la Juventus a vincere.  Ho fatto tante esperienze importanti anche in Nazionale:  un europeo,  un mondiale, l’Olimpiade… Diciamo che va bene così.

Dicci qualcosa su questo evento di Ortona e sul tuo legame con i tifosi abruzzesi…

Un evento di beneficenza è sempre un qualcosa di importante e io vado sempre volentieri: i club Juventus in Italia stanno facendo tanto per beneficenza. Credo che sia importante unire il mondo del calcio con chi ha bisogno. L’importante è che ci siano queste occasioni.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Che ti piacerebbe fare? Per esempio a me piaceva vedere i tuoi commenti un po’piccanti nei programmi televisivi di calcio…

Quelli adesso ne faccio a meno, perché parlo troppo. Con mio figlio abbiamo una cantina di vino a cui  vogliamo abbinare piccoli  ristoranti, cioè progetti di enogastronomia.

Il calcio dunque non ti solletica?

No, abbiamo già dato tanto!

 

Ulteriori dettagli sull’evento qui.

 

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