Intervista alla dottoressa Cristina Collettini
Intervista alla dottoressa Cristina Collettini, Soprintendente della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio Chieti-Pescara.
Dopo il successo riscosso nei recenti lavori di recupero di piazza San Giustino, abbiamo fatto un’intervista alla dottoressa Cristina Collettini. A lei, che riveste il ruolo di Soprintendente della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio Chieti-Pescara, abbiamo chiesto quanto segue.
Intervista alla dottoressa Cristina Collettini, Soprintendente della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio Chieti-Pescara dall’1 giugno 2022
Da quando tempo è Sovrintendente alla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio Chieti-Pescara?
Sono stata nominata dal primo giugno 2022 con un contratto aggiuntivo rispetto all’incarico assunto dal 1 settembre 2021 come Soprintendente per le Province di l’Aquila-Teramo. Da più di un anno sono quindi Soprintendente di entrambe le Soprintenze Abruzzesi.
Quali sono le principali attività del suo ufficio?
Le Soprintendenze si occupano principalmente di tutela del patrimonio culturale intesa sia come patrimonio monumentale che come patrimonio paesaggistico. E’ uno dei compiti più difficili da svolgere.
Infatti significa trovare il corretto equilibrio tra i prioritari interessi pubblici e quelli legittimi dei privati .
Molto spesso esaminiamo progetti finalizzati a vivere in spazi più consoni alle esigenze moderne e che quindi necessitano di interventi modificativi.
Inevitabilmente impattano con il contesto di riferimento con la città e/o con il paesaggio in molti casi con i monumenti stessi perché in Abruzzo esiste molto patrimonio monumentale privato. Consideriamo che la Regione Abruzzo è vincolata anche a livello paesaggistico per circa l’80% del suo territorio perché vanta una parte costiera, collinare e montana, quattro Parchi Nazionali e una costa particolarmente bella dal punto di vista paesaggistico e molto attenzionata anche a livello turistico con molte pressioni antropiche e anche la necessità e la voglia di trasformazione.
Una regione che peraltro è stata colpita da due eventi sismici entrambi di alta magnitudo quella del 2009, che ha interessato L’Aquila e la zona dell’aquilano e quello del 2016 invece che ha riguardato una parte del teramano, con risvolti e conseguenze anche in provincie di Chieti e Pescara.
Qual è stato il lavoro che le ha dato piu’ soddisfazione?
Proprio quello che è oggetto in questi giorni di interesse cioè il recupero di piazza San Giustino in Chieti. Esso ha infatti visto sicuramente un affiancamento della Sovrintendenza all’amministrazione comunale e realizza una proficua collaborazione fra istituzioni.
Questo perché nella mia vision è fondamentale rendere il cittadino e le istituzioni tutte solidali e quindi che la loro azione sia tutta quanta volta al preservare chiaramente il territorio e anche a supportare nelle scelte che devono essere fatte di modifiche di trasformazione.
L’intervento di Piazza San Giustino ha richiesto scelte molto difficili. Ciò accade soprattutto quando si ha a che fare con un patrimonio archeologico che racconta e testimonia la storia della città. Quest’ultimo, ahimè, per sua natura paradossalmente deve essere nascosto per essere protetto.
Quindi riuscire a trovare quell’equilibrio orientato alle esigenze della tutela, la protezione dei beni e le esigenze di valorizzazione, cioè farlo conoscere e darlo alla cittadinanza è sicuramente una delle attività più complesse della nostra attività istituzionale e devo dire che in questo caso l’equilibrio perfetto è stato raggiunto.
Questo è uno dei tanti progetti che segue la Soprintendenza. Ci sono altri su cui noi esercitiamo essenzialmente compiti di vigilanza e sorveglianza. Abbiamo anche quelli in cui siamo attori principali, cioè lavori pubblici e interventi di restauro.
Altri due grandi interventi
Abbiamo due grandi interventi su cui stiamo lavorando e che ho ereditato da chi mi ha preceduto. Nella stessa linea d’azione adesso li stiamo portando avanti.
Mi riferisco ad un intervento di restauro e valorizzazione del Palazzo D’Avalos a Vasto e all’intervento di riqualificazione dell’area di Rampigna a Pescara: si tratta di due aree in cui la Soprintendenza ha ottenuto dal ministero dei finanziamenti cospicui che verranno entrambi realizzati in stretta collaborazione con le amministrazioni comunali, proprio per dare un segnale forte al cittadino dell’importanza di entrambe le città e della loro evoluzione storica.
Anche questi ultimi due in sinergia tra Soprintendenza e Amministrazioni.
Quali progetti ha per il futuro?
Io adoro questa regione. L’adoro tutta e devo dire che nonostante sia molto faticoso portare avanti entrambe le Soprintendenze. Tra l’altro, ho anche un paio di incarichi che ancora mi sono rimasti della precedente attività su Roma.
Quindi la voglia è quella di continuare a dare un segnale di continuità in Abruzzo portare avanti una politica che vedo sta già dando qualche risultato di concertazione prima con il pubblico e, per i progetti più complessi, anche con privati per avviare e semplificare l’azione amministrativa cambiare l’immagine di una Soprintendenza che non sia quella del no ma che punta ad un solo obiettivo fondamentale: quello di avere qualità degli interventi siano essi sul patrimonio monumentale che su quello paesaggistico.
Qualità in cui noi possiamo essere parte attiva se riusciamo ad intercettare i progetti di maggiore impatto sul territorio e possiamo quindi guidarli secondo le nostre indicazioni. Fondamentalmente, infatti, la Soprintendenza è un organo super partes, quindi non ha interessi sul territorio se non quelli di tutela.
La riqualificazione dello stadio Adriatico di Pescara
Mi permetto di anticipare qualcosa su cui stiamo lavorando con la Regione Abruzzo, con la quale abbiamo entrambe le Soprintendenze abruzzesi un ottimo rapporto istituzionale, c’è un progetto su cui io vorrei puntare molto e che sto curando in prima persona ed è stato già lanciato e già comunicato quest’estate: la riqualificazione dello stadio Adriatico di Pescara.
L’obiettivo è quello di fare in modo (con un protocollo che è stato già sottoscritto ed è in fase appunto di revisione fra i vari enti e che vedrà coinvolti la Soprintendenza Chieti-Pescara , la Regione Abruzzo il Comune di Pescara, il Pescara Calcio e se riusciamo anche il Coni): cercare e fare in modo che lo stadio Adriatico, che è un esempio meraviglioso di architettura moderna progettata appunto dall’architetto Piccinato, possa diventare non solo stadio ma avere anche altre funzioni e diventare un punto di attrazione più attrattivo per la città di Pescara, un centro di convegni e di servizi.
Quindi fare in modo attraverso l’individuazione di infrastrutture a corredo che lo stesso stadio possa diventare un centro propulsore per la città. Quest’ultima è infatti chiaramente proiettata verso il futuro e fuori dai confini dell’Abruzzo.
Quindi possiamo dire uno sguardo al passato ed uno al futuro…
Evidentemente con una forte intenzione di fare interagire passato e futuro.
Io sono una forte sostenitrice di interventi contemporanei all’interno dei nostri contesti storici. L’importante è che si rispetti il passato.
Ritengo che è essenziale che noi riconosciamo che un monumento ha il suo essere, è parte della nostra storia e sia la storia delle tradizioni, che sia una storia artistica, che sia un riferimento alla nazione.
Comunque è un passato, una storia dell’arte, un periodo anzi una somma di periodi perché a noi il patrimonio culturale arriva nel suo passaggio nei secoli nelle sue varie fasi e quindi non mi sento di dover escludere la parte contemporanea che è una fase della vita di un monumento e, come tutte le fasi, diventa parte integrante del monumento stesso se non è una superfetazione, se non va in contrasto ma lo rispetta e porta l’evoluzione del monumento per adeguarlo alle nostre esigenze attuali.
La foto nell’articolo “Intervista alla dottoressa Cristina Collettini” è tratto dal sito ufficiale della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara
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