Marlò traduce canzone di Miist
Marlò traduce canzone di Miist in italiano: “Could You Lend Me A Smile” diventa così “Basta un tuo sorriso”.
Il messaggio di speranza di Miist e la sua “Could You Lend Me A Smile”, nella traduzione italiana interpretata dall’abruzzese Marlò.
“Could you lend me a smile”, canzone di Miist, prima artista di origine cinese ad entrare nella top 25 della classifica USA Billboard AC, lancia un messaggio di speranza e cambiamento. La violoncellista Eru Matsumoto, vincitore del Grammy nel 2025, e la violinista Nathalie Bonin diventano le voci di speranza (spoken word) del brano. Tradotto in 15 lingue, nella versione italiana, “Basta un tuo sorriso”, è interpretato dalla cantautrice abruzzese Marlò.
Marlò traduce canzone di Miist in italiano – il brano
Il brano ha un potente impatto emotivo trattando il dramma della solitudine. Miist nella scrittura è stata ispirata infatti dalla toccante la storia di un impiegato giapponese di 20 anni morto da solo nell0indifferenza generale nel suo appartamento. “Could you lend me a smile” invita allo stesso tempo a riflettere sul fatto che a volte regalare anche un semplice gesto come un sorriso a uno sconosciuto può essergli d’aiuto e magari, in alcuni casi, salvargli la vita. Abbiamo parlato della canzone con Miist e Marlò.
Intervista a Miist
Come nasce la canzone?
“È nata dal fatto che ho letto la storia di questo ragazzo che aveva solamente 20 anni, morto da solo nel suo appartamento: nessuno era con lui, una morte brutta in solitudine. Sono rimasto impressionato e scioccato dalla storia: questo poverino è morto da solo! Ho cercato anche di capire come mai una persona giovane sia stata vittima di questa situazione di assoluta solitudine. Ho purtroppo notato che sono in tanti ad avere questi problemi di solitudine e ho sentito il desiderio appunto di scrivere una canzone per aiutare la gente”.
Un team di produttori e artisti vincitori di Grammy con lei. Come è stata questa collaborazione?
“La cosa incredibile è che li ho conosciuti uno alla volta e ho raccontato loro la storia che avevo messo nella canzone e ne sono rimasti molto toccati. Hanno così deciso di darmi una mano, partecipare e creare le giuste connection con altri musicisti e produttori famosi che sono stati dunque coinvolti nel progetto. La musicista al violoncello ha vinto il Grammy Eru Matsumoto quest’anno, Tony Succar e sua madre Mimy hanno vinto un altro Grammy sempre quest’anno e probabilmente incideranno la versione in spagnolo del mio brano”.
Quali sono i suoi progetti futuri, magari proprio legati a questa canzone. Cosa farete per una promozione particolare?
“L’album deve uscire a settembre, ci saranno altri sei pezzi che veicolano messaggi molto importanti, anche sulla violenza sulle donne. La mia nuova canzone parlerà di altri problemi del mondo di oggi: voglio portare messaggi positivi per dire che alla fine c’è speranza”.
Intervista a Marlò
Come è arrivata a collaborare con Miist?
“La collaborazione con Miist è arrivata in modo inaspettato. La produzione ha chiesto ad alcuni addetti ai lavori di inviare del materiale da valutare e delle voci da selezionare. Fortunatamente è stato fatto anche il mio nome e sono stati inviati i miei lavori e alla fine, per una questione di “giusto feeling” emotivo, mi hanno scelta”.
Quanto di suo ha messo nel testo in italiano?
“La cosa per me più importante era preservare la storia che Miist voleva raccontare senza snaturarla. Di mio c’è sicuramente la scelta lessicale, il modo di usare le parole per rimandare le immagini facendo sì che il messaggio arrivasse in modo chiaro anche nella versione Italiana”.
Cosa si aspetta da questa canzone e cosa può secondo lei regalare il pezzo alle persone?
“Questa canzone mi ha già dato moltissimo: mi ha permesso di conoscere Miist e il suo team, di essere parte di un progetto così bello e grande e questo è già moltissimo per me.
Senza pretese di grandi rivoluzioni, spero che questo brano inneschi delle piccole riflessioni e dei piccoli grandi gesti concreti. Se anche solo una persona, dopo averlo ascoltato, si sentirà “vista” o avrà l’istinto di fermarsi a guardare “l’altro” con compassione e comprensione, sarà una vittoria!”
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