Rapino grande successo di pubblico e di critica registrato ieri sera

Rapino: grande successo di pubblico e di critica registrato ieri sera

Rapino: grande successo di pubblico e di critica registrato ieri sera nei due eventi culturali svolti al Museo della Ceramica (una mostra di pittura di Anna Maria Memmo e Rachele Vitacolonna) e al Teatro Sant’Antonio (uno straordinario gioco di suoni e luci con l’installazione di Ingo Bracke).

Un entusiastico afflusso di pubblico che ha partecipato con tanti lunghi applausi che hanno premiato gli artisti e il grande lavoro svolto dagli organizzatori.

Rapino: grande successo di pubblico e di critica registrato ieri sera – le dichiarazioni rilasciate

Di seguito le dichiarazioni rilasciate.

Anna Maria Memmo:

Come le è nata la passione per la pittura?

Non saprei rispondere, forse sono nata con questa passione, non è una cosa che ho esercitato per essere un artista. È proprio una dote innata.

Ha frequentato una scuola d’arte?

Sì, certamente. Mi ha insegnato il Professor Tommaso Cascella ed ho anche lavorato con lui.

Quale tecnica di pittura preferisce?

Io preferisco la tecnica della spatola che mi è venuta spontanea da applicare, e che Tommaso ammirava molto.

E l’acquerello?

Amo anche l’acquerello, chi lo sa fare sa lavorare anche con la spatola.

Per esempio, vedi il primo quadro esposto a sinistra? Per chi guarda da qualunque distanza viene fuori sempre un paesaggio.

Quale messaggio vuole dare con la sua pittura?

Prima di tutto un messaggio per i giovani e poi anche a me stessa, per esempio riuscire a dipingere una ragazza come quella che vede in quel quadro è una mia intima soddisfazione.

Riesce a emozionarsi quando  dipinge?

Certamente sì quando sto per finire un quadro e mi fermo per un po’. lo metto ad asciugare, lo guardo alla giusta distanza, faccio gli ultimi ritocchie  e lo completo con entusiasmo unico.

Alla fine dell’opera come si sente?

Benissimo e soddisfatta, è come se avessi vinto qualcosa di grande, anche se non ho ai vinto niente.

Ha partecipato a qualche mostra?

Sì al Museo di Guardiagrele, me lo hanno chiesto, me lo chiedono in tanti, ma poi ci sono la famiglia e i bambini e sinceramente mi piace più dipingere che andare alle mostre.

Quale tema preferisce trattare?

Un po’ tutti i temi. Quando mi viene in mente qualcosa mi ci dedico, per esempio  paesaggio, ritratti ecc..  mi concentro sempre su quello che sto realizzando.

Che rapporto ha con il territorio?

Sempre bello con il territorio. Pensi che ho comprato un terreno a Fara Filiorum Petri perché lì ho assistito a un bel tramonto.

Quindi ama la vita di un paese?

Non in tutto. Mi piace il paese, quando stavo a Roma tornavo spesso a Chieti

Che programmi ha per il futuro?

Seguitare sempre… sempre a dipingere, adesso fa un po’ caldo ed ho sospeso, ma riprenderò e proseguirò.

 

Architetto Raffaele Paolucci

Ci parli di questa mostra…

Ho avuto questa idea conseguentemente alla prima mostra che facemmo l’anno scorso in quanto mettevamo in relazione la tradizione con l’innovazione.

In questo caso, invece, mettiamo a confronto il figurativo con il concettuale che è un tema molto dibattuto all’interno di qualsiasi artista. per le modalità espressive.

Perché il figurativo tende a rappresentare la realtà o per lo meno a interpretarla in  misura quasi analitica, mentre il concettuale parte da altri presupposti per poi manifestarsi poi con altre forme, diversi materiali e diversi contenuti.

Come è nata questa idea?

E’ nata tentando di scavare all’interno delle proprie origini e tradizioni.

Sto cercando di mettere su le maggiori energie possibili per raccogliere tutti quei personaggi e materiali di qualsiasi natura. naturalmente parliamo di opere d’arte, fatte dai nostri concittadini. Non è poco perché fino ad oggi siamo riusciti già a realizzare tre mostre e ne faremo altre.

Rapino Borgo d’Arte, quindi?

Vorremmo ridare slancio alla cultura proprio attraverso le opere d’arte

Con la ceramica?

La ceramica è una bella tradizione. Molte di queste persone sono state condizionate soprattutto nel discorso del concettuale dalle botteghe d’arte di un tempo. Naturalmente tutto questo va analizzato e approfondito nel corso degli anni, però è un buon punto di partenza per ridare forza e slancio a questo tipo di tradizione artistica.

Che ruolo riveste lei all’interno della cittadina?

Partecipo a molte mostre in quanto dipingo e vado anche altrove ad esporre, però nel mio paese sento il bisogno di dare una mano al nucleo sociale che purtroppo tende sempre più a diminuire perché esiste lo svuotamento dei borghi minori.

Se non facciamo qualcosa per il paese, col tempo si rischia di perdere tutte le risorse.

Programmi futuri?

Faremo molte altre mostre e abbiamo intenzione di rinnovare completamente tutta la scatola in cui ci troviamo, perché praticamente lo renderemo uno dei centri più produttivi per quanto riguarda le mostre d’arte, le iniziative culturali e quant’altro. Abbiamo chiesto dei finanziamento e speriamo di riuscire nell’intento

 

Rachele Vitacolonna

Come si avvicinò al mondo dell’arte?

Io appartengo a una antica famiglia di ceramisti di Rapino. Nell’89 papà, purtroppo si è ammalato e alla fine la bottega è stata chiusa.

Io vivo tra Monza e Milano e all’epoca facevo felicemente l’insegnante, insegnavo alle scuole medie.

La morte di papà aveva decretato la fine della bottega, per cui ho cominciato a sentire un bisogno interiore fortissimo di misurarmi con quel campo. Ho chiuso con la scuola e ho aperto uno studio e ne ho fatto un’oasi di tutti i miei interessi, era diventato un po’ un piccolo circolo culturale.

Come ha cominciato?

Ho cominciato con la tradizione. Le posso mostrare solo una parte, perché questa mostra non era preventivata: quando sono arrivata mi hanno chiesto se volevo partecipare ed ho risposto volentieri e espongo quello che avevo qui a Rapino.

Ho cominciato con la ceramica tradizionale, però mi mancava qualche cosa, il fascino della vecchia bottega: cioè di quando raccoglievano l’argilla, chiamavano l’operaio che la lavorava con i piedi, lavoravano al tornio, e poi lei non ha idea cosa fosse il momento della cottura. fra fumo, scintille caldo fuoco era uno spettacolo.

Allora ho cominciato a sperimentare. Tutto quello che era tradizione è rimasta ed ha seguito tutto il mio percorso artistico. Parallelamente sono nati questi altri filoni. Ho cominciato a fare lavori sperimentali con interventi in graffito leggero. Sono stata felicissima dei risultati raggiunti.

Cosa voleva realizzare?

Volevo realizzare uno stile personale che la ceramica non me lo permetteva.

Allora ho lavorato sulle tele e dì punto in bianco ho trasferito le tecniche delle tele sulla ceramica e viceversa. Per esempio, questo quadro che si chiama risveglio è per me particolarmente importante perché mi racconta. E’ un gallo che va in salita, però guarda al passato, io non posso fare arte senza riferirmi al passato cioè alla mia tradizione.

Chi ha fatto ceramica può fare tutto. Ad una mostra, dopo un primo diniego di esporre le mie opere in ceramica perché settore non era contemplato, su mie insistenze mi hanno permesso di esporre e in quell’occasione ebbi tanto successo e si parlò solo di ceramica.

Tutti questi quadri hanno qualcosa da raccontare, la bottega e temi ben percettibili al visitatore e al critico.

 

Mario Santovito, Sindaco di Rapino
Sig. Sindaco, ci parli un po’ di questi due eventi che si svolgono qui a Rapino…

Abbiamo il piacere di ospitare due eventi straordinari una è una mostra di pittura di due artiste donne legate a Rapino, questo nostro territorio, e in più l’opera di un artista tedesco che per la prima volta offre una sua performance qui al Teatro Sant’Antonio, coniugando la ceramica e la luce. Sono due eventi anche se apparentemente separati sono in realtà complementari perché  uniscono modalità espressive in un unico contesto che è quello del nostro paese e delle nostre tradizioni.

Da quanto tempo è Sindaco?

Sono Sindaco da poco più di un anno, da giugno dell’anno scorso

E in questo breve periodo ha realizzato tante iniziative?

Innanzitutto con l’aiuto e il sostegno di tanti amici, perché molto di queste iniziative realizzate in questo primo anno rappresenta il frutto del lavoro e del supporto anche del volontariato di quanti collaborano alla realizzazione di questi progetti e/o di questi eventi e senza di loro noi da soli non avremmo potuto fare nulla. Noi  come comune mettiamo a disposizione le nostre strutture e le poche risorse che abbiamo: cerchiamo di sostenere qualunque evento, qualunque iniziativa, soprattutto in campo artistico e culturale.

Quali programmi ha per il futuro?

Sicuramente abbiamo volontà e intenzione di continuare su questa strada, cioè a investire sulla cultura e su tutto ciò che interessa il nostro paese, il nostro territorio. Ovviamente a questo si affiancano anche alcune incombenze quotidiane, quali la necessità di garantire i servizi di competenza comunale alla popolazione, far funzionare il tutto al meglio delle nostre possibilità e questo, ovviamente richiede un grande lavoro quotidiano.

 

Ingo Bracke

Come mai si trova a Rapino oggi?

Io sono amico di Mario Santovito, il Sindaco, ci siamo conosciuti trentantatré anni fa, quando lui ha studiato in Germania, abbiamo frequentato Architettura  insieme e cosi è iniziata la nostra amicizia.  Sono venuto più volte a Rapino, dove ho fatto anche una esposizione di disegni, venti anni fa, ma è la prima volta che porto questo tipo di arte qui.

La gente è molto curiosa di sapere che significa questo tipo di arte, ce lo spiega?

Tutto nasce come se fosse un caleidoscopio con elementi dove si può vedere un dettaglio ampliato come se si trovasse sotto un microscopio, e anche io venendo da fuori ho visto delle cose anche quotidiane e così è tipo un sogno di un mondo fisico della ceramica e i suoi disegni che conduce in un mondo effimero, anche con il suono: è come un’opera perché c’è anche una trama. La musica, la luce, il suono che si sviluppano in un teatro.

Lei è un artista molto particolare. abbiamo parlato anche di barocco,  come ha adattato questo tipo di arte  a questo modo così particolare?

E’ una maniera di lavorare speciale … uno spazio sacrale, come un sogno che deve diventare una visione. E’ simile al lavoro che fa lo scenografo in un teatro.

 

Il grande successo di pubblico e di critica registrato ieri sera a Rapino presagisce una grande estate di eventi. Torneremo pertanto presto a riparlare di questo bellissimo paese in provincia di Chieti.

 

La foto nell’articolo “Rapino: grande successo di pubblico e di critica registrato ieri sera” è stata gentilmente fornita dall’ufficio stampa dei due eventi

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