Gegè Telesforo all'Auditorium Flaiano a Pescara intervista foto

Gegè Telesforo all’Auditorium Flaiano a Pescara: intervista

Gegè Telesforo all’Auditorium Flaiano a Pescara: intervista esclusiva.

Intervista a Gegè Telesforo che stasera terrà un concerto a Pescara presso l’Auditorium Flaiano. Musicista eccelso, vanta una carriera più che quarantennale. Conduttore televisivo e radiofonico ha nel suo curriculum collaborazioni con artisti del calibro di Jon Hendricks, Dizzy Gillespie, Clark Terry, Dee Dee Bridgewater, Lucio Dalla, Giorgia e Tosca. La sua strada professionale si è spesso però incrociata con quella di Renzo Arbore. Parliamo con lui del suo percorso artistico-musicale in questa lunga intervista esclusiva.

Gegè Telesforo all’Auditorium Flaiano a Pescara: intervista in cui parliamo della sua carriera, del concerto di stasera e del suo rapporto con l’Abruzzo

Come e quando si avvicinò alla musica Jazz e in particolare allo Scat?

Devo dire in maniera molto naturale perché sono nato e cresciuto in una famiglia di appassionati di musica con papà integralista del Jazz che ha proposto a me e mia sorella nell’arco di tutta la nostra infanzia e adolescenza una colonna sonora continua fatta dei classici di questo genere e dei grandi maestri. Ho iniziato così a giocare con la musica strimpellando i vari strumenti che erano presenti a casa, e memorizzando e rifacendo con la voce gli assoli dei grandi protagonisti. Quello che era il mio gioco preferito da bambino poi è diventata anche la mia professione. Naturalmente il tutto poi si è trasformato in studio e sono andato avanti ed è ancora oggi il mio gioco preferito.

 

40 anni fra musica, radio e tv… C’è un momento della tua carriera che ricordi con più piacere?

Posso dirti la verità? Credo che questo sia un momento particolarmente felice della mia carriera artistica perché svolgo l’attività con un altro tipo di consapevolezza e soprattutto sono molto contento di quello che ho realizzato con questa formazione di giovani musicisti bravissimi, con due abruzzesi speciali come Christian Mascetta (eccellente chitarrista che ha anche coprodotto con me questo nuovo album per l’etichetta americana Ropeadope) e il bravissimo Michele Santoleri alla batteria. Musicisti eccezionali svezzati mangiando arrosticini… Dopo aver fatto tanta radio, tanta televisione, tanta musica, 15 album e tante collaborazioni devo dire che oggi, avendo sempre fatto un percorso di musica non omologata sugli stereotipi del mercato discografico, sono particolarmente felice perché continuo a poter esprimere in libertà la mia gioia di fare musica.

 

Raccontaci del concerto di stasera… Puoi presentarci la tua band?

Devo dire che l’idea era quella di mettere su un repertorio o un organico per celebrare il Blues ma non riproponendo arragiamenti dei classici del genere realizzando così delle cover bensì scrivendo nella musica nuova però in chiave assolutamente originale e contemporanea.

Diciamo quindi che il Blues è al centro di tutto il progetto ma all’interno della produzione, così come anche nel concerto, ci muoviamo molto su vari versanti soprattutto ritmicamente perché affrontiamo dagli shuffle a brani super groovy spostandoci fino all’Afro-beat naturalmente con arrangiamenti serrati curati.

Diamo però anche molto spazio all’improvvisazione e alle idee estemporanee del momento.

Guido quindi la band sul palco e ogni giorno ci inventiamo cose nuove per cui non c’è la staticità e la ripetitività dei concerti Pop. E’ anche molto diverso da quello che fanno i colleghi del Jazz, dove c’è molta improvvisazione. Noi invece abbiamo scritto degli arrangiamenti che sono in alcuni momenti anche abbastanza complessi all’interno di un concerto che risulti anche molto piacevole perché tecnicamente è mosso e vengono fuori tutti i solisti.

Oltre a Christian Mascetta e Michele Santoleri in tournée ci sono quindi anche Matteo Cutello alla tromba e Giovanni Cutello al contralto, due fratelli, due fuoriclasse di 24 anni siciliani e un altro meraviglioso musicista, fra i migliori pianisti italiani della nuova generazione che con noi suona l’organo, le tastiere e il synth bass.

E’ quindi anche una cosa originale che nella band non c’è la presenza di un bassista dal vivo, che invece è presente nella produzione discografica perché abbiamo chiamato l’incredibile contrabbassista Luca Bulgarelli. Oltre a quest’ultimo partecipano anche altri guest come Domenico San e Danilo Rea al pianoforte in un brano.

Oggi il mondo della musica in Italia è fortemente condizionato dai talent show. Cosa si sentirebbe di consigliare a un ragazzo che vuole intraprendere una carriera musicale?

Parliamo spesso di questo argomento. Quello che mi dispiace e che ci diciamo spesso fra colleghi è che una volta arrivare alla produzione discografica era un traguardo. Si partiva con lo studio, con la gavetta, con un club, fino ad arrivare alle case discografiche.

Oggi tutto questo non succede, perché i ragazzi vengono chiamati dalle case discografiche quando hanno già visualizzazioni nei mezzi moderni di comunicazione.

Le loro sono quindi autoproduzioni che vengono messe online, su youtube o su altri social: ottengono visualizzazioni e così parte una carriera.

Come abbiamo visto spesso sono fenomeni stagionali.

Questi ragazzi si ritrovano ad affrontare anche palcoscenici importanti senza avere l’esperienza (che invece secondo me ci deve essere) e probabilmente senza neanche la preparazione musicale di base perché si lavora proprio su altri parametri, con un’altra mentalità.

Ciò mi sento però di consigliare (non tanto ai ragazzi, quanto alle produzioni televisive e alle radio) è di proporre cose alternative ai talent show e alla solita musica.

Intendo cioè fare un discorso propedeutico, perché la musica è varia e bella. In Italia ci sono anche scuole, conservatori, dipartimenti di Jazz, di Hip Hop, di elettronica. Bisognerebbe insomma dare spazio un po’ a tutti e rappresentare il talento di tutti. Qui continuiamo invece a lavorare e a produrre alla ricerca della pop star del futuro.

 

Gegè Telesforo all’Auditorium Flaiano a Pescara: intervista – seconda parte

 

Qual è il segreto secondo lei per comporre un brano che può impressionare il pubblico al primo ascolto?

Questa è una bella domanda! Non credo di esserci neanche riuscito, però penso che alla fine non si debba puntare al tormentone estivo perché poi il successo lo si ottiene se si scrive una canzone che dura nel tempo. Credo che alla base ci debbano essere l’ispirazione e una composizione che emozioni e che colpisca con la musica e con il testo.

 

La sua strada ha incrociato spesso quella di Renzo Arbore. Ci puoi raccontare il vostro primo incontro?

Conosco Renzo praticamente da sempre perché anche lui è foggiano e frequentava anche la casa della mia famiglia. Ricordo che da ragazzino vedevo e ascoltavo questo signore che tornava da Roma e raccontava delle sue avventure radiofoniche, della sua carriera artistica appena nata.

Quando poi mi trasferii a Roma a 19 anni, fui coinvolto da Renzo per partecipare a una puntata di un vecchio programma bellissimo che andava in onda allora di Gianni Minà e Giovanni Minoli che si chiamava Blitz e credo che quella sia stata la mia prima partecipazione televisiva.

Avevo 19 anni, ero appena arrivato a Roma e Renzo venne a sentirmi in un club dove cantavo in quartetto e disse: “guarda, io sono ospite di questo programma… Perché non vieni anche e tu facciamo un blues?”. Con Renzo al pianoforte e un giovanissimo Roberto Gatto alla batteria andammo a Milano e facemmo questa cosa in televisione.

Poi il resto insomma si sa… Ho partecipato alle produzioni televisive più importanti, ho fatto 15 anni di concerti con lui in giro per il mondo, sono diventato autore delle sue trasmissioni e ancora oggi dopo aver prodotto, scritto insieme e presentato D.O.C. con Monica Nannini Renzo e Ugo Porcelli (programma che ha fatto la storia della musica in televisione in Italia e all’estero) ci ritroviamo a casa sua con “Appresso alla musica”, una piccola produzione per Rai due e Rai cinque. Con essa celebriamo i grandi incontri musicali fatti da Renzo nell’arco della sua incredibile carriera.

 

Hai lavorato con tanti nomi di spicco della musica italiana e mondiale. C’è qualcuno con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?

Ce ne sono diversi, ci sono grandi musicisti che mi piacerebbe anche conoscere e con cui vorrei lavorare. Posso dire però la verità? Sono contento di quello che sto facendo, per cui adesso mi godo questo momento e poi quando sarà, cercherò nuove strade e nuovi musicisti. Mi diverto molto adesso anche con musicisti africani. Vado spesso in Camerun (ho la mia compagna che lavora lì). Ho in mente un progetto proprio con musicisti africani per celebrare il meraviglioso continente che è l’Africa, con tutta la sua bellezza artistica e umana.

 

Qual è invece il tuo rapporto con l’Abruzzo?

Il mio rapporto con l’Abruzzo è quotidiano perché frequento Christian Mascetta e Michele Santoleri. Inoltre in passato ho avuto sempre un abruzzese nella band (per esempio Max Ionata per anni: è un sassofonista eccellente). Ha lavorato con me anche Lorenzo Tucci. Qui da voi esistono musicisti meravigliosi.  Naturalmente quando arrivo in Abruzzo Cristian Mascetta mi deve portare a casa sua e mi prepara gli arrosticini con la sua fornacella. Non vedo l’ora perché sto arrivando!

 

Progetti futuri (se si possono già svelare)?

Ho il desiderio di tornare a fare radio e probabilmente televisione però non c’è niente che mi dà più gioia dell’andare in giro a fare concerti.

Adesso quindi affrontiamo la stagione di concerti e la pubblicazione del disco nuovo venerdì 1 marzo. Staremo poi a vedere cosa succederà… Sono arrivato insomma anch’io più o meno a 43 anni di contributi e quindi non posso che scegliere con attenzione le cose da fare perché devo continuare a divertirvi.

 

Ci puoi dire qualcos’altro su questo disco che stai per pubblicare?

E’ un disco, come ti dicevo, con il quale abbiamo voluto celebrare la nostra passione per il Blues. E’ una produzione che abbiamo proposto al presidente della Ropeadope americana.

Naturalmente l’album è piaciuto moltissimo. Siamo quindi felici di celebrare con una chiave afro meridionale (perché così la definisco) la musica che ci piace per un’etichetta che la rappresenta in tutto il mondo ai massimi livelli.

 

Non perdete il concerto di Gegè Telesforo che si terrà stasera all’Auditorium Flaiano a Pescara! E fateci sapere cosa pensate di questa intervista!

Si ringrazia per la gentile collaborazione Adrimusic – Centro Adriatico Produzione Musica nella persona del Presidente, Simone D’Angelo.

La foto nell’articolo “Gegè Telesforo all’Auditorium Flaiano a Pescara: intervista” è tratta dalla pagina facebook di Groove Master Edition

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