Silvia Mezzanotte a Paglieta l’intervista

Silvia Mezzanotte a Paglieta: l’intervista

Silvia Mezzanotte porterà una tappa del suo lungo tour a Paglieta. Di seguito la nostra l’intervista realizzata prima dell’arrivo in Abruzzo.

Il tour estivo di Silvia Mezzanotte farà tappa a Paglieta sabato 13 luglio 2024. Una delle voci più belle del panorama musicale italiano ripercorrerà la sua trentennale carriera. Spazierà dai successi dei Matia Bazar, dei quali è stata front woman per oltre 10 anni, a quelli di interpreti della musica nazionale ed internazionale.

Ad accompagnare Silvia Mezzanotte sul palco di Paglieta una band di quattro grandi musicisti: Riccardo Cherubini alle chitarre e tromba, Lino De Rosa Davern al basso, Riccardo Ciaramellari alle tastiere e fisarmonica e Claudio Del Signore alla batteria e percussioni. Per il pubblico sarà l’occasione per fare un viaggio di due ore nella bella musica. Si potranno riascoltare, fra gli altri, successi intramontabili come “Vacanze Romane”, “Ti sento”, “Cavallo bianco”, “Messaggio d’amore” (canzone vincitrice del Festival di Sanremo nel 2002). Non mancheranno gli omaggi a Dionne Warwick, Mina, Mia Martini e Ornella Vanoni.

 

Intervista a Silvia Mezzanotte prima della tappa del tour a Paglieta, in calendario sabato 13 luglio 2024

Silvia, sabato sarai a Paglieta: che concerto sarà?

«Un viaggio, la mia vita in musica: si partirà dal mondo dei Matia Bazar per poi raccontare donne e uomini che mi hanno portato a diventare quella che sono oggi. Saranno due ore in cui racconterò  tutta la mia esistenza sia dal punto di vista emotivo che professionale».

 

Che accoglienza di aspetti?

“Il presupposto con il quale salgo sul palco non è pensando a che tipo di pubblico mi aspetto: quando salgo sul palco penso a doverlo conquistare indipendentemente a quelle che possono essere le aspettative. Io cerco di dare sempre il 100%: non mi “siedo” pensando cioè già di avere un pubblico, ogni sera mi rimetto il gioco come fosse la prima volta. Credo che sia il segreto per arrivare al pubblico: non bisogna mai dare per scontato che ti apprezzerà, ma devi dare tutto”.

Silvia Mezzanotte

Silvia Mezzanotte (foto di Lorenzo Giannotti ©)

Tante date per il tuo tour estivo, quasi un “never ending tour”: qual è il rapporto con il tuo pubblico?

“C’è tanta gente fidelizzata che viene a vedere i concerti e io spesso mi chiedo cosa li spinga a venire a rivedere lo stesso live quando si tratta dello spettacolo di piazza. È anche vero che in questo momento io sto offrendo cinque proposte completamente diverse . Con le persone che mi tornano a vedere ho un rapporto praticamente familiare, come se fossero miei parenti, vedo più spesso loro che i miei parenti, sono di una grande carineria: c’è il piacere di conoscere talmente bene lo spettacolo, sanno perfettamente cosa stia per succedere e per loro è un privilegio, vuol dire che Silvia sta per fare esattamente quella nota.

 Io cambio ogni tanto, ma ci sono dei punti fermi che restano assolutamente invariati su certi brani come “Cavallo bianco”, “Ti sento” o “La cura”.

È come se queste persone si sentissero privilegiate nel dire di conoscere talmente bene Silvia che sta per fare questa cosa e Silvia la fa veramente”.

 

Hai parlato di situazioni diverse in concerto. Come fai a cambiare volto ogni sera?

“Dipende dalla versatilità della mia voce, dal fatto che tecnicamente sono in grado di interpretare differenti repertori, che sono una persona curiosa alla quale piace sperimentare anche se quando mi propongono una cosa nuova all’inizio dico no pensando di non essere all’altezza: il mio manager lo sa e mi dice “aspetta, prima ragioniamo” e, dopo aver ragionato, tutti gli spettacoli che sono venuti fuori sono stati per me delle enormi sfide.

Astor Piazzolla e “Duettango” ad esempio è un repertorio molto difficile, anche ostico per il pubblico italiano, per cui ho fatto del mio meglio per contestualizzarlo andando a cercare tutta una serie di notizie ed informazioni, racconti che riguardano il maestro Piazzolla e Horacio Ferrer (autore dei testi) per far in modo che la gente, presa per mano, venga con me a Buenos Aires in quella Argentina in cui gli emigranti si ritrovavano sotto la bandiera del tango e nello spettacolo ci sono tutta una serie di racconti legati a quell’epoca.

 

La dimensione di Mina

La dimensione di Mina, “ Vorrei che fosse amore”, alla quale avevo detto no e che invece pian piano ho fatto diventare mia, è una commistione continua fra recitazione e canto: ci sono due attori in scena, dieci elementi di orchestra tutti al femminile e il maestro che ci dirige, una storia d’amore che nasce e viene raccontata canzone per canzone attraverso i più bei brani di Mina che punteggiano, come una colonna sonora, questo viaggio che il pubblico fa insieme agli attori e a me.

È una storia d’amore che nasce il 23 agosto del 1978 durante l’ultimo concerto di Mina e da lì si sviluppa. Anche io ho un ruolo, non recitato perché io canto, ma recitato fisicamente: intervengo nella storia con il mio canto dentro il racconto dei due attori.

Con Carlo Marrale invece proponiamo i grandi successi dei Matia Bazar: 40 anni di storia condivisi in maniera parallela, prima lui e poi io, e adesso insieme, che stiamo portando nei club, nelle piazze e all’estero. “Le mie Regine” è uno spettacolo stabile ormai con me dal 2008 con tre musicisti in acustico: racconto, attraverso le canzoni più belle delle più grandi donne italiane e straniere,  inediti episodi di donne dalla vita professionale di successo ma da quella personale molto complessa, come spesso capita alle regine del mondo dello spettacolo, intersecando il tutto con la mia esistenza e le mie difficoltà e tutto il resto.

Faccio questo live ogni tanto anche con le grandi orchestre. Con l’Orchestra Filarmonica della Calabria, grazie al maestro Filippo Arlia, lo abbiamo trasportato nel mondo della grande orchestra e ne abbiamo fatto un disco che si chiama appunto “Le mie Regine””.

Silvia Mezzanotte

Silvia Mezzanotte (foto di Cristian Dossena ©)

A te piace molto lavorare con i giovani. Come si fa ad insegnare canto?

“Quando faccio le masterclass o gli incontri con i giovani sono sempre scambi di esperienze nel senso che diventano quasi delle sedute di psicoterapia collettive. Si piange, si ride perché il canto apre spiragli nella tua anima che tu non puoi trattenere, non ti puoi nascondere dietro a maschere o altro. Il canto apre corde che magari che non riesci ad aprire diversamente. Ci sono ragazzi che faticano moltissimo a parlare delle loro problematiche, ma quando si mettono a cantare esse diventano chiare.

C’è come una voce che mi dice “questo ragazzo ti sta dicendo una cosa” attraverso il canto. Ci sono giovani di grande talento che meritano di trasformare il tutto in un mestiere e avere successo, ma è una questione di dialogo interiore con se stessi che il canto porta all’esterno. Recepisco una richiesta d’aiuto un’urgenza di chi vuole cantare: io riesco a fare questo, è un mio piccolo dono.

 

Silvia Mezzanotte e le emozioni delle canzoni

Al di là dei consigli tecnici, che sono chiaramente fondamentali e devono essere seguiti quotidianamente con costanza e passione attraverso bravi insegnanti di canto (e questo io non posso farlo visto che faccio delle masterclass dove posso ascoltare i ragazzi una tantum), io cerco di far capire loro che serve un approfondimento: non si può affrontare una canzone semplicemente buttando fuori la voce, ma bisogna sceglierla con grande cura, deve essere qualcosa che ti rappresenti, devi fare sopra un approfondimento sul testo e, una volta che hai compreso ciò che l’autore voleva dire, cercare di farlo tuo e capire quale emozione voler portare con la canzone.

Naturalmente ci vuole una base tecnica. Io sono ancora della vecchia scuola, per cui se decidi di studiare pianoforte vai a scuola, impari solfeggio e a suonare. La voce è uno strumento, il più complesso di tutti perché è dentro e non lo puoi vedere. Risenti di tutto ciò che è dentro e fuori: del tempo, del cibo, del dormire, del mangiare, delle emozioni. Devi imparare a gestirla bene in modo tale da poterla utilizzare al meglio”.

 

Silvia Mezzanotte

Silvia Mezzanotte

Tornando al progetto con Carlo Marrale, c’è la possibilità che esca un disco insieme?

“Non è così facile: io sono impegnatissima e Carlo vive quasi sempre a Ibiza. Lui è un artista puro. Ha tante canzoni pronte e su alcune abbiamo già iniziato a lavorare. L’idea di questo progetto c’è, nella realizzazione pratica tutto è più complesso, ma mai dire mai. Sono ormai dell’idea che un progetto discografico debba essere funzionale ad uno artistico che produca live perché un prodotto discografico nudo e crudo per artisti come me e Carlo non avrebbe un altro sbocco.

La musica ha preso una direzione precisa e diversa. Credo che sia del tutto inutile mettersi in competizione con un mondo musicale che non ci appartiene: abbiamo un’altra dimensione e un altro mercato. Sarebbe bello fare un disco in questa ottica visto che stiamo facendo tanti concerti insieme. Quando siamo su un palco si vede, oltre che un grande rispetto reciproco, molto amore e passione per le nostre canzoni e per ciò che facciamo”.    

 

 

Ringraziamo Silvia Mezzanotte che nonostante il fitto programma (ricordiamo ancora l’appuntamento a Paglieta il prossimo 13 luglio),  ci ha dedicato il suo prezioso tempo.

 

 

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Articolo su Silvia Mezzanotte a Francavilla al Mare e la galleria fotografica della serata

 

Foto a cura dell’ufficio stampa dell’artista tranne dove indicato

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